martedì 24 dicembre 2013

Buon Natale                                   Merry Christmas


                         मेरी क्रिसमस


ക്രിസ്തുമസ് ആശംസകല്                                           শুভ বড়দিন


ಮೆರ್ರಿ ಕ್ರಿಸ್ಮಸ್                            Mutlu Noeller


மெர்ரி கிறிஸ்துமஸ்                         Geseënde Kersfees

મેરી ક્રિસમસ                       Frohe Weihnachten
                 میری کرسمس


మెర్రీ క్రిస్మస్         Mừng Giáng Sinh         
  عيد ميلاد مجي



С Рождеством                      Krismasi Njema


                   ¡Feliz Navidad


เมอร์รี่คริสต์มาส                              Selamat Hari Natal

Feliz Natal         کریسمس مبارک                              聖誕節快樂

                      Joyeux Noël                 Maligayang Pasko









sabato 21 dicembre 2013

108 for Alice, what a wonderful number!




Hinduist Japamala
A few days ago my daughter graduated. After the discussion of her thesis, we awaited the verdict and talked abaut the vote who would have been assigned to her. Taking into account the average of the ' book' (sum of her exams) and the type of the argument of the discussion, we thinked a vote between 104 and 107, if it went well, 108.
To which my 'Indian mania'  has taken over. "You have to get 108, it would be great, it is one of the most sacred number in Hinduism. Here, touche the colorful cord that I took in Mysore in temple of the goddess Chamundi. "
Laughing and joking we then went in the auditorium where the President of the Committee of  proclaimed degree. The vote was 108!

And then let's talk about this issue and its significance in Hinduism.
108 are the seeds of the rosary Indian Japamala (click here),108 are the names of the main deities and their acting (japanama) is beneficial.
The main mantra (i.e. Om namah Shivaya) to be repeated 108 times.
The Sanskrit alphabet has 54 letters that have the shape of male and female: 54X2 = 108.
The Sri Yantra (click here), the most sacred of Yantras, also has 54 intersections both male and female, and again returns the number 108 .
108 are the energy lines that lead to the heart chakra.
At the churning of the primordial ocean (samutramanthan, click here) participated 54 gods on one side and 54 demons (asuras) from the other for a total of 108.
The Krishna's gopies are 108.
Traditionally, the Upanishads, the sacred texts of Hinduism are 108.
108 are the sacred places for the devotees of Vishnu.
It is said that the number 108 represents the Trimurti: Brahma is the number 1, the 0 represents Shiva and Vishnu 8.
In astrology, the planets are 9 and the houses in which they 'enter' are 12, 12X9 = 108.
From a mathematical point of view the 108 has many features, one of these is the be iperfattorial of 3: 11×22×33 108.
In geometry are 108 degrees of the five corners of the regular pentagon and the regular pentagon is the polygon of Shiva, the fullness of the universe, being the union of the woman (number 2) and man (number 3).
And finally: the average distance between the Earth and the Sun is 108 times the diameter of the Sun itself. And the Sun's diameter is 108 times that of the earth. The average distance between the Earth and the Moon is 108 times the diameter of the Moon.
In short, a wonderful number. Alice Brava!

Un 108 per Alice, che numero!


Japa, le corone indiane
Giorni fa mia figlia si è laureata. Dopo la discussione della tesi, attendevamo il verdetto e facevamo ipotesi sul voto che le sarebbe stato assegnato. Tenendo conto della media del ‘libretto’, della tipologia della tesi e dell’andamento della discussione ipotizzavamo una votazione tra 104 e 107, se fosse andata bene, 108.
Al che la mia fissazione ‘indiana’ ha preso il sopravvento. “Devi prendere 108, sarebbe bellissimo, è uno dei numeri più sacri nell’induismo. Ecco, tocca qui il cordone colorato che ho preso a Mysore nel tempio della dea Chamundi.”
Ridendo e scherzando siamo poi andati nell’aula magna dove il presidente della commissione di laurea ha proclamato la laurea. Il voto è stato 108!

E allora parliamone di questo numero e del suo significato nell’induismo.
108 sono i semi del rosario indiano japamala (clicca qui), 108 sono i nomi delle principali divinità e la loro recitazione (japanama) è benefica.
I principali mantra (es. Om namah Shivaya) vanno ripetuti 108 volte.
L’alfabeto sanscrito ha 54 lettere che hanno la forma maschile e quella femminile: 54X2=108.
Lo Sri Yantra (clicca qui), il più sacro degli Yantra, ha 54 intersecazioni anch’esse sia maschili sia femminili, e di nuovo torna il numero 108.
108 sono le linee energetiche  che portano al chakra del cuore.
Al frullamento dell’oceano primordiale (il samutramanthan clicca qui) parteciparono 54 dèi da una parte e 54 demoni (asura) dall’altra per un totale di 108.
Le pastorelle di Krishna, le gopi, sono 108.
Tradizionalmente le Upanishad, testi sacri dell’induismo, sono 108.
108 sono i luoghi sacri per i devoti di Vishnu.
Si dice che il numero 108 rappresenti la trimurti: il numero 1 è Brahma, lo 0 rappresenta Shiva e l’8 Vishnu.
In astrologia i pianeti sono 9 e le case in cui ‘entrano’ sono 12, 12X9=108.
Da un punto di vista matematico il 108 ha molte caratteristiche, una di queste è l’essere iperfattoriale di 3 e cioè: 11×22×33 108.
In geometria sono di 108 gradi i cinque angoli del pentagono regolare e il pentagono è il poligono di Shiva, rappresenza la pienezza, l’universo essendo l’unione della donna (2) con l’uomo (3).
E per concludere: la distanza media tra la Terra ed il sole è 108 volte il diametro del Sole stesso. E il diametro del Sole è 108 volte quello della terra. La distanza media tra la Terra e la Luna è 108 volte il diametro della Luna.
Insomma, un gran numero. Brava Alice!

sabato 30 novembre 2013

The popularity of Ganesh


One day the great god Shiva promised paradise to all those who had worshiped him in the form of the lingam at the temple of Somnath in Gujarat.
Heard about it, all men and all women of any kind, good and bad, saints and sinners, young and old, went on a pilgrimage to Somnath to worship the lingam and obtain heaven.
Shiva had made ​​the promise and could not retract it and so the heaven became too crowded.
The other Gods began to complain about the crowding and confusion, someone said that even under these conditions had become more livable hell then heaven.
It was decided to ask for help to God who solves every problem, Ganesh.
The elephant-headed God promised to intervene, so he went to Somnath, sat near the temple of Shiva and asked a group of people who came to worship the lingam:
"Where are you going in such large numbers?"
"Do you not know - answered - we go to worship Mahadeva who promised us heaven!"
"What fools - Ganesh said - I do not think a good thing to promise something to someone when he'll dead, worshiped me and you'll get now, in life, everything you want."
"You - Ganesh said pointing to a man - what do you want?"
"A beautiful house - he replied - and plenty of food." And so it was. Ganesh made ​​him have a beautiful home filled with all the most delicious food.
"We want a child!" cried then a married couple who were suffered satisfied.
"I want to be passed at school," said a boy who, thanks to Ganapati, brilliantly passed his exams.
People no longer wanted to go to heaven but to live a better life. Heaven, with great joy of the Gods emptied gradually, and people returning home told about God that answered prayers on this earth.
For this reason, Ganesh, son of Shiva and Parvati, has become the most popular deity in all India.

La popolarità di Ganesh

Un giorno il grande dio Shiva promise il paradiso a tutti coloro che lo avessero venerato nella sua forma di lingam presso il tempio della città di Somnath in Gujarat.
Saputa la cosa, tutti gli uomini e tutte le donne di qualsiasi tipo, buoni e cattivi, santi e peccatori, giovani e vecchi,  andarono in pellegrinaggio a Somnath per venerare il lingam e ottenere così il paradiso.
Shiva aveva fatto la promessa e non poteva ritrattarla e per questo il paradiso divenne troppo affollato.
Gli altri dei cominciarono a protestare per l'affollamento e la confusione, qualcuno disse addirittura che in tali condizioni l'inferno era divenuto più vivibile del paradiso. 
Si decise allora di chiedere aiuto al dio che risolve ogni problema, Ganesh.
Il dio dalla testa di elefante promise di intervenire, così si recò a Somnath, si mise a sedere nei pressi del tempio di Shiva e chiese a un gruppo di persone che si recavano a venerare il lingam:
"Dove state andando così numerosi?"
"Non lo sai - risposero - andiamo a venerare Mahadeva che ci ha promesso il paradiso!"
"Che sciocchi - replicò Ganesh - non mi pare una bella cosa promettere qualcosa a qualcuno per quando egli sarà morto, venerate me ed otterrete ora, in vita, tutto ciò che desiderate."
"Tu - disse poi Ganesh indicando un uomo - cosa desideri?"
"Una bella casa - rispose quello - e cibo in abbondanza." E così fu. Ganesh gli fece avere una bellissima casa piena di ogni più prelibato cibo.
"Noi vogliamo un figlio!" gridarono allora una coppia di sposi che vennero subiti soddisfatti.
"Io voglio essere promosso a scuola," chiese un ragazzo che poi, grazie a Ganapati, superò brillantemente i suoi esami.
Nessuno desiderava più andare in paradiso bensì vivere una vita migliore. Il paradiso, con grande gioia degli dei si svuotò a poco a poco, e la gente, tornando a casa, raccontò del dio che esaudiva i desideri su questa terra.
Per questo motivo Ganesh, il figlio di Shiva e Parvati, è divenuto la divinità più popolare di tutta l'India.



sabato 23 novembre 2013

Il sole sacrifica i suoi raggi per amore



Surya sul suo carro trainato da sette cavalli



Surya, il dio sole, che consuma se stesso nel sacrificio cosmico dell'universo, era un giovane molto bello e forte.
Percorreva le sfere celeste sopra il suo carro di fuoco trainato da sette cavalli e guidato da Aruna, l'uomo-uccello fratello di Garuda il veicolo del dio Vishnu.
Un giorno vide una bellissima ragazza e se ne innamorò. Era Samjna, figlia di Visvakarman, l'architetto degli dei. I due si sposarono.
Ma lo splendore e il calore di Surya, o forse la forza del suo amore, erano intollerabili per Samjna che non poteva neppure avvicinarsi all’amato sposo.
Una notte allora, quando Surya non c’era, fuggì nella foresta e si fece sostituire da Chaya (in sanscrito ‘ombra’) in tutto e per tutto uguale a lei, ma capace di sostenere la luce di Surya.
Surya non si accorse della sostituzione e visse con Chaya finchè un giorno, quando lei brontolò duramente uno dei figli di Samjna, il dio sole scoprì la verità.
Surya andò subito in cerca della moglie e la trovò nella foresta trasformatasi, per non essere scoperta, in una cavalla. Surya si trasformò a sua volta in uno stallone e si unì a lei svelando poi la sua vera identità.
I due tornarono nella sfera celeste, ma il problema del calore e della luce di Surya non era stato risolto.
Visvakarman, l’architetto degli dei e padre di Samjna, propose allora di ridurre i raggi di Surya che accettò. Visvakarman tagliò parte dei raggi solari in modo che Surya e Samina potessero vivere vicini.
Con i raggi tagliati vennero realizzate alcune tra le più potenti armi mai viste nell’universo, il trishula (tridente) di Shiva, il chakra (disco) di Vishnu, la lancia di Karttikeya, il tempio del sole di Konarak.



The Sun agrees to cut his rays for love




Surya on his chariot with seven horses
Surya, the God Sun, who consumes himself in the sacrifice of the cosmic universe, was a very nice and strong young man.
He walked the celestial spheres above his fiery chariot drawn by seven horses and driven by Aruna, the brother of the man-bird Garuda the vehicle of the God Vishnu.
One day he saw a beautiful girl and fell in love. She was Samjna, the young daughter of Visvakarman, the architect of the Gods. The two were married.
But the splendor and warmth of Surya, or perhaps the power of his love, were intolerable for Samjna since she could not even get close to beloved husband.
One night, then, when Surya was not there, she fled into the forest and had replaced by Chaya (in Sanskrit 'shadow' ), she was in all respects like her, but she was able to hold the light of Surya.
Surya did not notice the substitution and lived with Chaya until one day, when she grumbled hard  a Samjna son, so the God Sun discovered the truth.
Surya immediately went in search of his wife and found her in the forest transformed in a mare not to be discovered. Surya transformed hinself into a stallion and joined her revealing then his true identity.
The two returned to the celestial sphere, but the problem of the heat and light of Surya had not been resolved.
Visvakarman then proposed to reduce the rays of Surya, who accepted. Visvakarman cut off part of the sun's rays so that Surya and Samina could live near.
With cut-rays were built some of the most powerful weapons ever seen in the universe, the trishula (trident) of Shiva , the chakra (disc) of Vishnu, the lance of Karttikeya, the Sun Temple of Konarak.


giovedì 21 novembre 2013

Al via River to River





E' on line (clicca qui) il programma  della 13esima edizione del Florence indian Fil festival River to River.

Si inizia il 22 novembre alle 20.30 presso il Cinema odeon di Firenze con la proiezione di Kai po che di Abhishek Kapoor. 
Questa la scheda di presentazione del film:


I tre protagonisti della storia (Ishaan, Omi e Govind), vedono avanzare inesorabilmente il loro futuro e decidono di iniziare un viaggio epico, quasi catartico, intrecciato da molte esperienze di vita comune, come l'innocenza, l'amore, l'amicizia e l'ambizione, fino ad arrivare a una redenzione finale. Govind è un imprenditore di origini modeste, che aspira a sfondare nel mondo del business. Ishaan, sognatore folle, ex talento di cricket locale, spreca i suoi giorni con Omi, fedele amico, fan e seguace, e sacerdote del tempio locale, dedito come il padre, alla vita religiosa. Govind proporrà un piano agli amici, ma gli interessi generali sono sempre in conflitto con il perseguimento delle ambizioni individuali. Il film è basato sul romanzo di Chetan Bhagat Three Mistakes of my Life.

sabato 16 novembre 2013

All'interno del nostro cuore


"Questo luogo all'interno del nostro cuore e' tanto grande quanto grande lo spazio che l'occhio può vedere. 
Al suo interno ci sono questo e quello, il cielo e la terra. 
Qui dimorano il fuoco e l'etere, il sole e la luna, il fulmine e le stelle, tutto ciò che appartiene a questo universo e anche quello che non gli appartiene."




Chandogya Upanishad VIII, I, 3


Inside our heart

"This place within our heart is as big as a large space that the eye can see. Inside there are this and that, the sky and the earth.
Here dwell the fire and ether, the sun and the moon, lightning and the stars, all that belongs to this universe and also what does not belong."



Chandogya Upanishad VIII, I, 3




sabato 2 novembre 2013

Hamsa mantra

Brahma on his vahana, Hamsa
One of the most powerful and most famous mantra is the Hamsa Mantra, Mantra of the with swan.
The sacred texts, one for all the Shivasutravirmasini, require that the mantra should be repeated 21,600 times.
The syllable ham is pronounced with inspiration and the syllable sa with exhalation. And since the two phases of respiration occupy about four seconds, the repetition of the mantra for 21,600 times covers a period of 24 hours, one day (86,400 seconds that is, in fact, 24 hours).
The word hamsa refers to wild goose or withe swan, among other things it is the vahana of Brahma and his wife Saraswati. 
That animal is the symbol of transcendent knowledge as it can with its flight to break away from the lake as well as the man has to succeed, with the continued repetition of the mantra to break away from the illusory world of maya.
The mantra is very important for the Vedanta philosophy because hamsa refers to the words so ham (I am that) that refers to the identification of individual atman with the supreme Brahman.
The repetition (japa) of this mantra ensures the achievement of the purushatra, the four aims of life dharma, artha, kama and moksha.



Il Mantra Hamsa

Brahma sul suo vahana, l'Hamsa
Uno dei mantra più potenti e più famosi è l’Hamsa Mantra, il Mantra dell’oca o del cigno
I testi sacri, uno per tutti lo Shivasutravirmasini, prescrivono che il mantra vada ripetuto 21.600 volte. 
La sillaba ham va pronunciata con l’ispirazione e la sillaba sa con l’espirazione. E poiché le due fasi della respirazione occupano circa quattro secondi, la ripetizione del mantra per 21.600 volte copre l’arco delle 24 ore (86.400 secondi cioè, appunto, 24 ore).
La parola hamsa fa riferimento all’oca selvatica, tra l’altro vahana di Brahma e di sua moglie Saraswati, simbolo della conoscenza trascendente in quanto riesce col suo volo a staccarsi dal lago così come l’uomo deve riuscire, con la protratta ripetizione del mantra a staccarsi dal mondo illusorio di maya.
Il mantra è molto importante per la filosofia vedanta perchè hamsa fa riferimento a ham so che significa io sono e che si riferisce all’identificazione dell’atman individuale con il supremo brahman.
La ripetizione (japa) di questo mantra assicura il raggiungimento dei purushartha dei quattro scopi della vita dharma, artha, kama e moksha.





lunedì 28 ottobre 2013

La star Shabana Azmi al River to River


Sarà l’attrice pluripremiata e attivista indiana Shabana Azmi la madrina del 13° River to River Florence Indian Film Festival, unico festival italiano interamente dedicato alla cinematografia indiana, che si terrà a Firenze (Cinema Odeon, Piazza Strozzi 1) dal 22 al 28 novembre. 
In programma oltre 40 film, tra prime nazionali, europee e mondiali e 4 eventi speciali, 1 retrospettiva, incontri con attori e registi e una mostra di arte contemporanea. 
Shabana Azmi, attrice di oltre 120 pellicole (recentemente l'abbiamo vista nel film di Mira Nair Il fondamentalista riluttante), sarà l’ospite d’eccezione del festival e verrà omaggiata con la prima retrospettiva italiana dei suoi film, con la proiezione di capolavori quali Ankur (1974) di Shyam Benegal, Citta della Gioia (1992) di Roland Joffè, Fire (1996) di Deepa Mehta. 

La star, nata a Mallepally Hyderabad il 18 settembre 1950, è conosciuta in tutto il mondo anche per l’impegno nel sociale per i diritti delle donne e la lotta contro l’Aids, è rappresentante del Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione e ed è stata un membro dell’Assemblea degli Stati del Parlamento Indiano. 

La tredicesima edizione di River to River è suddivisa in tre sezioni: lungometraggi, documentari e cortometraggi. 
Sarà il pubblico a decretare per ciascuna categoria il vincitore del premio “River to River Bitebay Audience Award”. Non mancherà il cinema di Bollywood, genere che sta riscuotendo consensi anche nel nostro Paese e, tra gli eventi speciali, il sodalizio artistico con l’Anifest - festival di cinema di animazione di Mumbai - presente con 5 cortometraggi di animazione in anteprima europea. Saranno inoltre proiettati 4 corti di altrettanti studenti provenienti dal Film and Tv Institute of India e la Whistling Woods International, le due scuole di cinema più importanti del Paese. 
Una selezione dei “best of” e i film vincitori dell’edizione 2013 saranno proiettati a Roma, da venerdì 29 novembre a domenica 1 dicembre, presso il Nuovo Cinema Aquila (via l’Aquila n.66) e, a febbraio 2014, allo Spazio Oberdan di Milano (Viale Vittorio Veneto n.2).






Per saperne di più


martedì 22 ottobre 2013

Babri Masjid

Babri, Mughal emperor, would never have imagined that his decision had dramatic repercussions in India after nearly 500 years.
Rama, Vishnu's avatar
In 1528 in fact, the emperor built the Babri Masjid, Babri Mosque, in Ayodhya , mythical place where , according to tradition, was born Rama, incarnation of the Hindu god Vishnu and the protagonist of the epic Ramayana.
No problem arose until about sixty years ago, when Hindu extremist groups have begun to claim the land where the mosque had been built (more than 400 years before!), arguing that in that specific area was a temple dedicated to the Hindu Rama.
The disputes and controversy went on until 6 December 1992, when a mob of Hindu extremists literally razed the mosque and built on its ruins a makeshift temple in honor of Rama.
To the demolition violent clashes followed across India during which an unknown number of people died even though official sources talk of 2,000 deaths mostly Muslims.
Of course, the story did not end there, so it's been going on between high and low up to the judgment of the High Court of Allahabad in 2010 decided that the area where once stood the Babri Masjid had to be divided into three parts: one dedicated to the Hindu temple that is already there and the other two are intended respectively to the Hindu community and the Islamic one .
The ruling was happy with everyone and no one at the same time and periodically revived the problem mainly because of the political exploitation by parties that leverage on  "Hindu identity".
And so a few days ago (remember that the crucial national elections of 2014 are approaching), the police arrested more than 1,200 extremists who wanted  participate in the city of Ayodhya in an unauthorized demonstration called by the Vishwa Hindu Parishad, an Indian nationalist group.




To know more


Babri Masjid

Il dio Rama
Babri, imperatore Moghul, non si sarebbe mai immaginato che una sua decisione avesse drammatiche ripercussioni in India dopo quasi 500 anni.
Nel 1528 infatti l’imperatore costruì la Babri Masjid, la Moschea Babri anella città di Ayodhya, mitico luogo dove la tradizione vuole sia nato Rama, dio hindu avatara di Vishnu e protagonista del poema epico Ramayana.
Nessun problema è sorto fino a circa una sessantina di anni fa, quando gruppi estremistici hindu hanno cominciato a rivendicare il suolo dove quella moschea era stata costruita (più di 400 anni prima!), sostenendo che in quella precisa area  sorgeva un tempio hindu dedicato a Rama.
Le diatribe e le polemiche sono andate avanti fino al 6 dicembre 1992 quando una folla di estremisti hindu letteralmente rase al suolo la moschea e costruì sulle sue macerie un improvvisato tempio in onore di Rama.
Alla demolizione seguirono violentissimi scontri in tutta l’India durante i quali morirono un numero imprecisato di persone anche se le fonti ufficiali parlano di 2.000 morti per lo più musulmani.
Ovviamente la vicenda non è finita lì, anzi è andata avanti tra alti e bassi fino ad arrivare alla sentenza dell’Alta Corte di Allahabad che nel 2010, salomonicamente, decise che l’area dove un tempo sorgeva la Babri Masjid doveva essere suddivise in tre parti: una destinata al tempietto hindu che già vi sorge e le altre due destinate rispettivamente alla comunità hindu e a quella islamica.
La sentenza ha accontentato tutti e nessuno al tempo stesso e periodicamente il problema rinasce soprattutto a causa delle strumentalizzazioni politiche da parte di partiti che fanno leva sull’ ”identità hindu”.
E così nei giorni scorsi (ricordo che si stanno avvicinando le cruciali elezioni politiche nazionale del 2014) la polizia ha arrestato più di 1200 estremisti  che volevano partecipare nella città di Ayodhya ad una manifestazione non autorizzata indetta dal Vishwa Hindu Parishad, un gruppo nazionalista indiano.




Per saperne di più


sabato 19 ottobre 2013

Do not cross Lakshmana Rekha

In India there is a saying that is related to the Lakshmana rekha, the line of Lakshmana. It says "careful not to exceed the Lakshmana rekha ", "this marks the Lakshmana rekha ", etc .
In practice this is an insurmountable limit or, however, a limit which, if crossed , it will accrue serious consequences.
This saying comes from an episode from the Ramayana, the great Indian epic. It is a crucial moment of the poem or the kidnapping of Sita, wife of Rama, by the demon Ravana, King of Lanka, who wanted revenge against Rama who had defeated and disfigured his sister Surpanakha.
Rama and Lakshmana
Things went more or less like this .

Ravana decided to kidnap Sita, Rama's beloved wife, and to do this asked for help of the demon-hermit Marica. Despite Marica put on guard Ravana, the King of Lanka was inflexible and concocted a diabolical plan.
At that time, Rama and Sita were in exile in the forest along with Lakshmana, Rama's faithful brother.
Marica - thanks to his demonic powers - turned into a beautiful deer, with a golden cloak. The animal began to wander in the forest.
When Sita saw that beautiful animal said to her husband:
"Look how beautiful it is that deer, I'd like to capture it to keep it, if you can not take it alive , kill it, I would love to have his golden cloak."
Lakshmana was not convinced, that deer was too beautiful and too different from the other deer and tried to dissuade Rama .
But every desire of Sita to Rama was an order and he went in pursuit of the deer, leaving Lakshmana to protect Sita.
The deer-Marica took Rama as far as possible. When Rama was able to reach the animal, he shot an arrow that struck at the heart of the deer. The animal immediately changed its appearance and showed itself for what he was, Marica. The demon fell to the ground and, before dying, imitating the voice of Rama, he cried:
" Lakshmana , Sita help me!"
Rama realized that it was a deception and rushed to the hut, but it was too far away.
Sita, hearing the lament from the forest, prayed Lakshmana to rush to the rescue of his brother, but Lakshmana he refused .
"It was not Rama to to cry - he said - Rama is so powerful that he can not be in need of someone, it is a deception."
"If you do not go to the aid of Rama I'll kill myself ." Lakshmana could not do anything but go in search of his brother. Before leaving, did recommended for Sita not to exceed  the line that had done around the hut, the Lakshmana Rekha, the line of Lakshmana. If she had stayed inside that circle would not in any danger, because anyone who had crossed that line to approach Sita would have been charred by the flames.
Cleared the field of Rama and Lakshmana, Ravana, transformed into wandering ascetic, went to the hut of Sita and asked her for food and water.
To honor the sacred duties of hospitality, Sita came to the hermit, crossing the Lakshmana rekha, Ravana captured her and took her to his kingdom in Lanka.

Then: " careful to overcome the Lakshmana rekha !

Non superare la Lakshmana rekha

Rama e Lakshmana
In India c'è un modo di dire che è legato alla Lakshmana rekha, la linea di Lakshmana. Si dice "attento a non superare la Lakshmana rekha", "questo punto segna la Lakshmana rekha", etc.
In pratica si tratta di un limite invalicabile o, comunque, di un limite che, se valicato,  ne deriveranno gravi conseguenze.
Il tutto nasce da un episodio del Ramayana, il grande poema epico indiana. Si tratta di un momento cruciale del poema ossia il rapimento di Sita, moglie di Rama, da parte del demone Ravana, Re di Lanka, che voleva vendicarsi contro Rama che aveva sconfitto e sfigurato la sorella Surpanakha, anch'essa una demonessa.
Le cose andarono più o meno così.

Ravana decise di rapire Sita, la persona più amata da Rama e per far questo chiese l'aiuto del demone-eremita Marica. Nonostante Marica mettesse in guardia Ravana, il Re di Lanka fu irremovibile ed architettò un piano diabolico.
In quel periodo Rama e Sita erano nella foresta in esilio insieme a Lakshmana, fedele fratello di Rama.
Marica - grazie ai suoi poteri demoniaci - si trasformò in un cervo dalle sembianze bellissime, il suo mantello sembrava d'oro. L'animale cominciò ad aggirarsi nella foresta.
Quando Sita vidi quel bellissimo animale disse al marito e al cognato:
"Guardate come è bello quel cervo, catturatelo mi piacerebbe tenerlo, se non riuscite a catturarlo vivo, uccidetelo, mi piacerebbe tanto avere il suo mantello dorato."
Lakshmana non era convinto, quel cervo era troppo bello e troppo diverso dagli altri cervi e cercò di dissuadere Rama.
Ma ogni desiderio di Sita per Rama era un ordine e si lanciò all'inseguimento del cervo, lasciando Lakshmana a proteggere Sita. 
Il cervo-Marica portò Rama il più lontano possibile. Quando Rama riuscì a raggiungere l'animale, scoccò una freccia che colpì al cuore il cervo. Immediatamente l'animale cambiò sembianze e si mostrò per quello che era, Marica. Il demone cadde al suolo e, prima di morire, imitando la voce di Rama, gridò:
"Lakshmana, Sita aiuto!"
Rama capì che si trattava di un inganno e si precipitò verso la capanna, ma ormai era troppo distante.
Sita, sentendo il lamento proveniente dalla foresta, pregò Lakshmana di correre in soccorso del fratello, ma Lakshmana si rifiutò. 
"Non può essere stato Rama a gridare - disse - Rama è così potente che non può avere bisogno di qualcuno, è un inganno."
"Se non vai in aiuto di Rama mi ucciderò." Sita era irremovibile e Lakshmana non potè fare altro che andare alla ricerca del fratello. prima di partire si raccomandò con Sita affinchè non superasse la linea che aveva fatto intorno alla capanna, la Lakshmana Rekha, la linea di Lakshmana. Se fosse rimasta dentro quel cerchio non avrebbe corso alcun pericolo, perchè chiunque avesse oltrepassato quella linea per avvicinarsi a Sita sarebbe stato carbonizzato dalle fiamme.
Sgombrato il campo da Rama e Lakshmana, Ravana, trasformatosi in asceta itinerante, si recò alla capanna di Sita e chiese del cibo e dell'acqua.
Per onorare i sacri doveri di ospitalità, Sita si avvicinò all'eremita, oltrepassando la Lakshamana rekha, Ravana la catturò e la portò nel suo regno a Lanka.

Quindi: "attenti a superare la Lakshmana rekha!



martedì 15 ottobre 2013

13° River to River - Florence Indian Film Festival






Si svolgerà a Firenze (Cinema Odeon) dal 22 al 28 Novembre la 13° edizione di River to River - Florence Indian Film Festival.
Anche quest'anno il Festival avrà un'appendice a Roma presso il Nuovo Cinema Aquila dal 29 Novembre al 3 Dicembre.
Un appuntamento da non mancare per chi ama il cinema e, soprattutto, l'India.




sabato 12 ottobre 2013

Ganesh, Ganapati, Gajanana

Ganesh
Ho già raccontato in altri post (qui e qui) le due principali tradizioni sulla nascita di Ganesh o Ganapati, il popolarissimo dio dalla testa di elefante figlio di Shiva e Parvati. Ne ho trovate altre due che voglio raccontarvi.
Ebbene Parvati aveva fatto il bagno e si era spalmata tutto il corpo con oli e creme versando poi l'acqua nelle sacre acque del Gange. Qui vi dimorava Malini, dea dalla testa di elefante, che bevve l'acqua concepì e partorì un figlio con quattro braccia e cinque teste di elefante.
Nacque subito una disputa di chi fosse questo figlio, se di Parvati dalle cui acque era nato, di Ganga, la dea del fiume Gange o di Malini che aveva partorito il bambino.
Intervenne Shiva che decise che il figlio fosse di Parvati e gli eliminò quattro delle cinque teste di elefante assegnandogli l'epiteto di Gajanana che significa "dalla faccia d'elefante".
In un'altra storia si narra come Shiva e Parvati potessero vivere sotto forma di vari esseri viventi proprio perchè insieme rappresentavano dio e dio pervadeva tutti gli esseri, le due divinità vivevano la propria vita sotto svariate forme.
Nel periodo in cui i due dei vivevano sotto forma di elefanti, Parvati concepì un figlio. Quando i due dei dovettero riassumere la loro forma 'umana', Parvati era disperata in quanto non voleva abbandonare il suo cucciolo di elefante.
Anche in questo caso risolse la situazione Shiva che stabilì che il piccolo avrebbe avuto la testa di elefante e il corpo di bambino e che sarebbe stato il più grande aiuto dell'umanità per risolvere i problemi, rimuovere gli ostacoli ed avere successo nella vita.

Ganesh, Ganapati, Gajanana

Ganesh
I already told in other posts (here and here), the two main traditions about the birth of Ganesh or Ganapati, the popular elephant-headed God, son of Shiva and Parvati. 
I've found two more tradition that I want to tell.
Well, Parvati had bathed and had spread throughout her own body with oils and creams, then she poured the water in the holy waters of the Ganges. Here dwelt  Malini, the elephant-headed goddess, who drank the water, became pregnant and bore a child with four arms and five elephant heads.
A dispute arose immediately: whose was this child? Was he of Parvati from whose waters had been born? Or was of Ganga, the goddess of the river Ganges or of Malini who had given birth to the child?
Intervened Shiva, who decided that the son was of Parvati and eliminated four of the five elephant heads assigning the epithet of Gajanana which means "elephant-faced " .
In another story is told as Shiva and Parvati could live in the form of various living beings just because together they accounted for god and god pervading all beings, the two deities were living their lives in many forms.
In the period in which the two gods lived in the form of elephants, Parvati conceived a child. When the two of them had to sum ​​up the form 'human' , Parvati was desperate because she did not want to leave her baby elephant.
Also in this case resolved the situation Shiva who established that the small being would have the head of an elephant and the body of the child and that he would be the biggest help to solve the problems of mankind, remove obstacles and succeed in life.

mercoledì 2 ottobre 2013

Buon compleanno Gandhi!

2 Ottobre 1869: nascita di Gandhi




Dovete stare di fronte al mondo intero anche se dovete farlo da soli. Dovete guardare in faccia il mondo intero, anche se il mondo vi guarda con gli occhi iniettati di sangue. Non abbiate paura. Fidatevi della voce che risiede dentro il vostro cuore e che dice: "Abbandona i tuoi amici, tua moglie, abbandona tutto, ma testimonia quello per il quale sei vissuto e per il quale sei disposto a morire. Io voglio vivere interamente la mia vita e per me essa durerà 120 anni. A quel tempo l'India sarà libera, il mondo sarà libero.







sabato 28 settembre 2013

Nala and Damayanti

Nala and Damayanti (by R.R. Varma)
Nala, the young King of Nishada, and Damayanti, the beautiful daughter of Bhima King of Vidarbha, were madly in love with each other .
The two had never seen, but Nala was madly in love with this girl whose beauty was legendary and she, Damayanti, was lost for the young king, whose was extolled the strength and honesty, beauty and goodness, charm and affability.
When the time came, the king Bhima  organized his daughter's Swayamvara, the ceremony during which the princess had to choose her spouse by putting on his neck a garland of flowers.
Many kings and princes of the whole earth went to Swayamvara and even four powerful Gods: Indra, Varuna, Agni and Yama, all drawn by the irresistible beauty of Damayanti.
The king Nala on the way encountered the four Gods, and bowed at their feet declaring their servant, willing to do anything for them. 
The Gods then asked Nala  to go to Damayanti and tell her that she had to choose one of them as a husband. To allow Nala to enter in the royal palace, the Gods gave him a mantra that would make him invisible.
With a heavy heart, Nala performed his task, but the princess said, "I will make the worthy honors to those powerful Gods, but as a husband I will choose the man who dwells in my heart for a long time."
Known response of the princess, the four Gods then decided to take all four of the appearance of Nala so that when the master of ceremonies announced the entrance of the king of Nishada, entered all five sovereigns perfectly equal to each other. All the people who attended the ceremony were amazed, five men all identical to each other!
At the climax of the Swayamvara, the time at which the princess was to encircle the neck of chosen with a garland of flowers, Damayanti however had no hesitation and chose the real Nala.
The Gods were astonished and asked the princess how she had to recognize the true Nala.
"I saw Nala placed his feet on the ground, his body gave shade and beating cilia, all of which you, being divine beings, do not and so I chose him, the man I love."

Nala e Damayanti

Nala e Damayanti (di R.R. Varma)
Nala, giovane Re di Nishada, e Damayanti, la bellissima figlia di Bhima re di Vidarbha, erano follemente innamorati l’uno dell’altra.
I due non si erano mai visti, ma Nala era perdutamente innamorato di quella ragazza la cui bellezza era leggendaria e lei, Damayanti, era persa per il giovane re, di cui si decantavano la forza e l’onestà, la bellezza e la bontà, il fascino e l’affabilità.

Quando venne il tempo, il re Bhima organizzò lo swayamvara della figlia, la cerimonia durante la quale la principessa doveva scegliere il proprio sposo ponendo al suo collo una ghirlanda di fiori.

Moltissimi re e principi di tutta la terra si recarono allo swayamvara e accorsero addirittura quattro potentissimi re: Indra, Varuna, Yama ed Agni, tutti attratti dall’irresistibile bellezza di Damayanti.
Il re Nala lungo la strada incontrò i quattro dèi e si prostrò ai loro piedi dichiarandosi loro servo, disposto a fare qualsiasi cosa per loro. Gli dèi chiesero allora a Nala di andare da Damayanti e di dirle che avrebbe dovuto scegliere come sposo uno di loro. Per consentire a Nala di entrare nel palazzo reale, gli dèi gli consegnarono un mantra che lo avrebbe reso invisibile. 
Con la morte nel cuore, Nala eseguì il suo compito, ma la principessa gli disse, “Renderò i degni onori a quei potenti dèi, ma sceglierò come marito l’uomo che da tempo alberga nel mio cuore.”
Conosciuta la risposta della principessa, i quattro dèi decisero allora di assumere tutti e quattro le sembianze di Nala cosicchè quando il cerimoniere annunciò l’ingresso del re di Nishada, entrarono cinque sovrani tutti perfettamente uguali l’uno all’altro. Tutte le persone che partecipavano alla cerimonia rimasero stupefatte, cinque uomini tutti identici l’uno all’altro!
Al momento culminante dello swayamvara, quando la principessa doveva cingere il collo del prescelto con una ghirlanda di fiori, Damayanti però non ebbe esitazione e scelse il vero Nala.
Gli dèi rimasero stupiti e chiesero alla principessa come avesse fatto a riconoscere il vero Nala.
“Ho visto che Nala poggiava i piedi per terra, che il suo corpo faceva ombra e batteva le ciglia, tutte cose che voi, essendo esseri divini, non fate e così ho scelto lui, l’uomo che amo.”

giovedì 22 agosto 2013

Ancora Mysore




Se siete a Mysore dovete trovare un po' di tempo per andare a Talakad, che dista circa 50 km. Le guide turistiche trascurano la vecchia capitale del regno Ganga, invece vale proprio la pena andarci.
Innanzitutto perché si può ammirare una campagna bellissima: piantagioni di riso e di banani, palme da cocco, fiumi ampi e cascate naturali, villaggi lontani anni luce dal traffico e dal caos cittadino.
È poi a Talakad ci sono sei templi dell'epoca Ganga (IV-V sec.), quattro sono trascurabili, uno e' in restauro e già se ne può apprezzare la bellezza, il principale invece è bellissimo, aperto e fruibile.



Un'altra visita che vi consiglio caldamente per tre motivi e' quella al Museo folkloristico, in realtà Museo archeologico. Non è semplice trovarlo, anche perché pochi ci vanno, ma insistete, e' dietro la biblioteca universitaria.
1. Il museo e' collocato nel quartiere universitario, una zona molto bella, ordinata, nel verde, con vari campus e college.
2. L'edificio che ospita il museo e' uno splendido palazzo, la residenza della sorella dell'ultimo maraja, vedere le stanze, i saloni, le scale del palazzo merita la visita.
3. La raccolta e' molto interessante perché non ci sono solo reperti archeologici usuali, ma anche oggetti rinvenuti nel palazzo ed utilizzati per la vita di tutti i giorni, inclusa la bella raccolta di marionette riproducenti i personaggi di Mahabharata e del Ramayana e utilizzate per eseguire rappresentazioni tratte dai due poemi epici.



Vi saluto con un Namaste. A presto.
















Location:Mysore

mercoledì 21 agosto 2013

Mysore




Durante la strada tra Bangalore e Mysore conviene fare una deviazione per andare a Somnathpur, villaggio a circa 30 km da Mysore. Qui c'è un tempio dedicato a Vishnu che è semplicemente fantastico. Si chiama Tempio di Keshava ed è stato eretto nel 1268. All'esterno e la torre (gopuram) sono intarsiati di migliaia di figure, dei, motivi ornamentali, scene erotiche, animali, fiori. Bisognerebbe starci una settimana per poter vedere e capire tutto ciò che è stato scolpito. Posto alcune foto.





All'interno il tempio non è meno bello con colonne e soffitti intarsiati nella pietra.









Mi sa che prossimamente gli dovrò dedicare un post più approfondito.





Arrivati a Mysore siamo subito andati a visitare l'Amba Vilas Palace, il palazzo del maraja. Sembra di essere nelle mille e una notte. Il palazzo e' enorme e sfarzosissimo. L'interno e' incredibile, colonne colorare, soffitti di vetri dipinti, pavimenti in marmo, dipinti. Ecco il palazzo dall'esterno (all'interno non si possono fare foto).








Abbiamo terminato la giornata gironzolando per Mysore fino ad arrivare al divertentissimo e affollatissimo Devaraja Market, mercato di frutta, verdura, fiori e incredibili soggetti.



Ecco la foto dell'ingresso e buona serata a tutti.


















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Location:Mysore

martedì 20 agosto 2013

4* ed ultimo giorno a Bangalore




Con gli onnipresenti motoriscio' questa mattina ci siamo fatti accompagnare al n. 1 di Mahatma Gandhi Road. Da li' abbiamo battuto a piedi le principali strade del quartiere: Residence Road, Richmond Rd., St. Mark's e Brigade Rd., Commercial Street. È stato interessante e anche faticoso. Non è come camminare per il centro di una città occidentale, i marciapiedi sono disconnessi, occupati da venditori ambulanti, veicoli parcheggiati ovunque, per la strada ti travolgono senza pietà, rarissimamente ci sono indicazioni delle strade e quindi vai a tentativi con la cartina che riporta un terzo delle strade esistenti. Ma in questo modo abbiamo scoperto posti che altrimenti avremmo mancato, come per esempio una piccola libreria dove ho trovato una riduzione dello Shiva Purana che non avevo trovato in altri ben più titolati book shop.
Un altro posto che vi voglio segnalare e' il Ristorante Mathsya al 48 di Church Street. È un ristorante vegetariano accogliente, pulito (inclusi i bagni), con un'ottima cucina ed è assolutamente economico (in due oggi spesa totale 322 rupie, meno di quattro euro).



Nel pomeriggio siamo ritornati al Gandhi Bazar che avevamo visto un po' sommariamente e che fa un po' dimenticare il traffico, le griffe le multinazionali presenti nella zona più commerciale.



Abbastanza vicino al Gandhi Bazar c'è il giardino botanico Lalbagh. Un'oasi di tranquillità con piante incredibili provenienti da tutto il mondo e rese ancora più rigogliose dal clima indiano. Da non perdere il giardino delle rose.


Il monsone, che ci aveva risparmiato fino ad oggi, si è scatenato proprio mentre visitavamo il giardino e non abbiamo potuto fare altro che quello che fanno gli indiani quando Indra manda giù un po' di acqua: abbiamo aspettato.
Che giudizio dare di questa città? Ancora e' presto, devo metabolizzare questa esperienza e poi quattro giorni sono pochi per avere un'idea di una metropoli da sei milioni di abitanti.
A caldo comunque devo dire che mi è piaciuta.
Non è una città turistica (avremo visto si' è no una decina di occidentali), non ci sono monumenti o altre attrazioni particolari, non è una città 'caratteristica', non c'è un vero e proprio centro storico (più Los Angeles che Manhatthan per intendersi), ma è molto divertente, molto sfidante, molto aggressiva. È molto indiana, ma a modo suo, tradizione e modernità fanno a cazzotti creando un bell'amalgama.
Domani partenza per Mysore.



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Location:Bangalore