lunedì 30 maggio 2011

India non pacifica

Secondo il Global Peace Index 2011 giunto alla quinta edizione, l’India è uno dei paesi meno pacifici o, se volete, più violenti al mondo.
Per l’esattezza l’India è al 135° posto nell’Indice calcolato su 153 paesi in tutto il mondo.
Il ranking è calcolato sommando molti coefficienti opportunamente proporzionati al numero di abitanti di ciascun paese, tra cui il livello di pace all’interno dei confini, quello nei confronti di stati esteri, la percentuale di omicidi, di delitti violenti, di detenuti, di atti di terrorismo, di forze dell’ordine.
E’ molto interessante scorrere gli indici (clicca qui), ne segnalo solo alcuni:
La bandiera della Repubblica Indiana
Livello di criminalità percepito 4 in una scala da 1 a 5
Livello di mancato rispetto dei diritti umani 4 su 5
Livello di crimini violenti 3 su 5
Numero di omicidi 4 su 5
Aspettativa di vita 63,72%
Mortalità infantile ogni mille nati vivi 50,3
Donne in parlamento 10,8%
Indice libertà di stampa 38,75%
Spesa annua per l’istruzione 3,18%
Alfabetizzazione 66,02%
Disoccupazione 10,8

Non-peacefull India

According to the Global Peace Index 2011, reached its fifth edition, India is one of the least peaceful or, if you will, one of the most vioent country in the world.
To be precise, India is ranked at 135 in the Index calculated over 153 countries worldwide.
The ranking is calculated by adding many factors appropriately proportionate to the number of inhabitants of each country including the level of peace within its borders, as against foreign states, the percentage of murders, violent crimes, of prisoners, acts of terrorism, law enforcement officals.
It's very interesting to examine to the indexes (here), I trascribe a few of them:

Taj Mahal

Level of perceived criminality in society 4/5
Level of disrespect of human rights 4/5
Level of violent crimes 4/5
Number of homicides 4/5
Life expectancy 63,72
Infant mortality per 1,000 live births 50,3
Women in parliament 10,8%
Freedom of the press 38,75%
Current education spending 3,18%
Adult literacy rate 66,02%
Unemployment 10,8%

domenica 29 maggio 2011

Skanda or Karttikeya


Skanda or Karttikeya

Even on the birth of Skanda or Karttikeya there are many legends, this is the most famous.

The gods were concerned, the demon Taraka - formidable asura - warned them and only one child born of Shiva could save them. For this they were able to distract the God from the meditative state where he was submerged after the death of his wife Sati and convince him to join Parvati.
But a thousand years had gone by now. Shiva and Parvati were closed in their rooms on Mount Kailasa employed in their erotic games. Shiva in fact - Mahayogi - had full control of himself and was able to hold the seed for years and transform all of his own energy in erotic love, but unproductive.
Time passed, the gods were worried and went to the great God, led by Vishnu.
Shiva was obliged to interrupt intercourse with Parvati and the seed of God came out and fell down. Agni, theGod of fire, which was transformed into a dove, swallowed the seed. The fire burns and transforms all of the sacrifice.
When Parvati came to know what had happened, she cursed all the Gods "you will be miserable and suffer unspeakable pain," condemned to sterility their wives and cursed Agni for having indecently swallowed the sperm of her husband. The God of fire was sentenced, he destroyer of all things, to be worn by a fever unabated.
The Gods ingested the seeds of Shiva, in fact, all sacrifical foods were distributed to the Gods after they were purified by Agni, the fire. Even then they did so, but they feel like dying, they were unable to contain the power of the seed of Mahayogi, it was unbearable for them and they went back to Shiva to seek his help.
Shiva, The Auspicious One, helped them and all the Gods were able to eject the seed that fell on the ground and it became a beautiful mountain.
Agni also asked to be released from the unbearable pain that he had captured because of the curse of Parvati. Shiva agreed. So the seed of Shiva, who was still in Agni, moved into the wombs of six of the seven wives of the sages who had approached Agni, the fire, to warm up. The seventh wife, Arundhatistayed away.
The six wise men, when they discovered that their wives were pregnant, they left their and those, who were the six Krittika (Pleiades), desperate left the seed that was in their wombs in the Himalayas.
But even the great god of the mountain was not able to bear the seed of Shiva and made
​​him fall into the river Ganges. Even the goddess Ganga, the great Indian river, was not able to keep the product of the God, and threw it in a cane field on bank of river.
Arrived on the banks of the river, the seed turned into a beautiful and strong baby, at that very moment, without knowing why, on the peaks of the Himalayas Shiva and Parvati were filled with joy.
Skanda was born, 'son' - as Ganesh of Shiva and Parvati.
He is the God of war and he is Mangala, the planet Mars.
Skanda is just interested in fighting, for this her has not married, his wife is only his army and he is also known as Senapati, Commander of the armies. His spear, Shakti Vel, never misses the target and back in the hand of the God once it has reached the target, so he is also called Shaktidhara, Bearer of the lance.
For his virginity is also known as Kumara, the young, the adolescent. In yoga 'Skanda' is the power of chastity, total control of himself, which is reached when, with the asceticism and chastity, the erotic energy is sublimated.
His vehicle, or Vahan, is the peacock Paravani and he will be the hero who will slay the demon Taraka.
Skanda, which means 'effusion' (of the seed) or that which spilled (the seed), is also known by the name of Karttikeya because he was brought up by six Krittika. For this he is depicted with six faces were born to God to enable him to drink milk from the breast of his six foster-mathers.
Therefore, he is also known as Shanmukha or Shadanan, One with six faces
He also has other names including Subrahmanya and Gangaji, born of the Ganges.
The important Skanda Purana is dedicated to him as the famous poem of Kalidasa, the Kumarasambhava, The Birth of Kumara.
Today, his worship is popular in South India where someone assimilates him to the ancient Dravidian God, Murugan.

Skanda o Karttikeya

Anche sulla nascita di Skanda o Karttikeya esistono molte leggende, questa la più diffusa.

Da destra: Ganesh, Shiva, Parvati e Skanda
Gli dei erano preoccupati, il demone Taraka – temibile asura – li minacciava e solo un figlio nato da Shiva poteva salvarli. Per questo erano riusciti a distogliere il Dio dallo stato meditativo in cui era sommerso dopo la morte di sua moglie Sati e a convincerlo Shiva ad unirsi a Parvati.
Ma erano ormai mille anni che Shiva e Parvati stavano chiusi nelle loro stanze sul monte Kailasa occupati nei loro giochi erotici. Shiva infatti – grande yogi – aveva un pieno controllo di sé ed era in grado di trattenere il seme per anni e trasformare tutta la sua energia in amore erotico, ma improduttivo.
Il tempo passava, gli dei erano preoccupati e si recarono dal grande dio capeggiati da Vishnu.
Shiva fu costretto ad interrompere l’amplesso con Parvati e il seme del dio fuoriuscì e cadde nel vuoto. Agni, il dio del fuoco che si era trasformato in colomba, lo inghiottì. Il fuoco del sacrificio tutto brucia e trasforma.
Quando Parvati venne a sapere cosa era accaduto, maledì tutti gli dei “sarete miserabili e soffrirete pene indicibili”, condannò le loro spose alla sterilità e maledì Agni per aver indecentemente ingoiato il seme del suo sposo.  Il dio del fuoco venne condannato, lui distruttore di ogni cosa, ad essere logorato da una febbre senza sosta.
Gli dei ingerirono il seme di Shiva, infatti tutti i cibi sacrificali venivano distribuiti agli dei  dopo che erano stati purificati da Agni, il fuoco. Anche in quel caso fecero così, ma si sentirono morire, non erano in grado di contenere la potenza del seme del Mahayogi e si recarono nuovamente da Shiva a chiedere il suo aiuto.
Shiva, il Benevolo, li aiutò e tutti gli dei poterono espellere il seme che cadde sulla terra divenendo una meravigliosa montagna.
Anche Agni chiese di essere liberato dall’insopportabile dolore che lo aveva catturato per la maledizione di Parvati. Shiva acconsentì. Così il seme di Shiva, che era ancora dentro Agni, si trasferì nel grembo di sei delle sette mogli dei saggi che si erano avvicinate a lui per riscaldarsi. La settima, Arundhati, ne stette alla larga.
I sei saggi, quando scoprirono che le loro mogli erano incinte, le lasciarono e queste, che erano le sei Krittika (le Pleiadi), disperate abbandonarono il seme che avevano in grembo sull’Himalaya.
Ma neppure il grande dio della montagna era in grado di sostenere il seme di Shiva e lo fece cadere nelle acque del fiume Gange. Anche la dea Ganga, il grande fiume indiano, non fu in grado di tenere il prodotto del dio e lo gettò in un canneto.
Giunto sulle rive del fiume, il seme si trasformò in un bambino bello e forte, in quello stesso momento, senza sapere perché, sulle cime dell’Himalaya Shiva e Parvati si riempirono di gioia.
Era nato Skanda, ‘figlio’ – come Ganesh -  di Shiva e Parvati.
Lui è il dio della guerra e rappresenta il pianeta Mangala, cioè Marte.
Skanda è interessato solo a combattere, per questo non ha sposa, sua unica sposa è la sua armata e per questo è conosciuto anche come Senapati, Comandante delle armate. La sua lancia, Shakti Vel,  non manca mai il bersaglio e torna nella mano del dio una volta che ha raggiunto l’obiettivo, per questo è detto anche Shaktidhara, Portatore di lancia.
Per questa sua illibatezza è chiamato anche Kumara, il giovane, l’adolescente. Nello yoga infatti ‘skanda’ è il potere della castità, il controllo totale di sè che si raggiunge quando, con l’ascesi e la castità, si sublima l’energia erotica.
Suo veicolo, o vahana, è il pavone Paravani e sarà lui l’eroe che ucciderà il demone Taraka.
Skanda, che significa ‘effusione’ (del seme), è conosciuto anche col nome di Karttikeya, perché venne allevato dalle sei Krittika. Per questo è raffigurato con sei volti che nacquero al dio per consetirgli di bere il latte dal seno delle sue sei nutrici. Per tale motivo è conosciuto anche come Shanmukha o Shadanan, Dai sei volti
Ha anche altri nomi tra i quali Subrahmanya e Gangaja, nato dal Gange.
A lui è dedicato l’importante Skanda Purana e un famoso poema dattribuito a Kalidasa, il Kumarasambhava, La nascita di Kumara.
Oggi il suo culto è molto diffuso nel sud dell’India dove qualcuno lo assimila all’antichissimo dio dravidico Murugan.

mercoledì 25 maggio 2011

Vishnu

Vishnu lying on Ananta with Lakshmi
Vishnu represents the cohesive tendency of the Indian Trimurti, is known as the preserver of the Universe, while Brahma is its creator and Shiva the destroyer. He is the supreme deity, the supreme and only Brahman for Vaishnavas.
The etymology of the name Vishnu is traced back to the root vis, to permeate, the god who is all-pervasive.
It is generally known and revered in his major incarnations or avatars that I have already discussed in
a previous post.
Currently in India the most revered deity are Rama and Krishna, respectively the seventh and eighth avatars of Vishnu.
His images represent him lying on snake Sheshanaga or Ananta, the Serpent residue or Infinity  (see photo) or standing with four arms.
The image of Vishnu  in general has the following features.
On the chest to the right is a lock of hair call Shrivatsa and the jewel Kausthubha, Treasure of the ocean that is the universal consciousness that has emerged from the
churning of the cosmic ocean or Samutramanthan.
The four arms represent - as in all the images of Hindu gods - the domain of the four directions of space, but also the four Vedas, the four goals of life, the four stages of human life, the four castes, the four yuga or eras.
In the lower right hand Vishnu holds the conch, symbol of the origin of life and is linked to the primordial ocean and the primordial sound, the syllable AUM.
In the right high hand is placed Sudarshana (Nice to see), it is the chakra, ultimate weapon of Vishnu consisting of six rays that represent the six seasons of the hindu year.
In his left high hand there is the bow and  in the lower left hand Kaumodaki, the mace, the power of knowledge.
The color of the god is blue and usually  there is  a veil on his hips called pitambara, his wife is the goddess of fortune Lakshmi and his Vahan or  vehicle is Garuda the eagle with the human body.
Vishnu is known as the god of a thousand names, each linked to a condition or a manifestation of the god. These names are listed and explained in Vishnusahasranama, which means the thousand names of Vishnu and is a part of Mahabharata.
Among them I remember: Vishva, He who is everything, Bhutakrit, Maker of all beings, Bhutabhrit, The support of all creatures, Bhutabhavana, The essence of all beings, Hari, The thief, Bhakta Vatsala, Lover of  his devotees, Mahamaya, The supreme magician, Bhagavan,  Full of glory, Anandi, Bringer of  joy, Narayana, The Son of man.

Vishnu

Vishnu
Vishnu rappresenta la tendenza coesiva della Trimurti indiana, è noto come il conservatore dell’Universo, mentre Brahma ne è il creatore e Shiva il distruttore. E’ la divinità suprema, il supremo ed unico Brahman per i vishnuiti.
L’etimologia del nome Vishnu è fatta risalire alla radice vis, pervadere, il dio è colui che tutto pervade.
Generalmente è conosciuto e venerato nelle sue incarnazioni principali o avatar di cui ho già parlato in un precedente post. Attualmente in India le divinità maggiormente venerate sono proprio Rama e Krishna, rispettivamente settimo e ottavo avatar di Vishnu.
Le sue immagini più diffuse lo rappresentano disteso sul serpente Sheshanaga o Ananta, il Serpente residuo o Infinito (foto del successivo post) oppure in piedi con quattro braccia .
L’immagine di Vishnu eretto in genere ha le seguenti caratteristiche.
Sul petto a destra c’è una ciocca di peli chiamata Shrivatsa cioè Cara alla fortuna che rappresenta tutto l’esistente e il gioiello Kausthubha,  Tesoro dell’oceano che rappresenta la coscienza universale e che è emersa dal Samutramanthan, il frullamento dell’oceano.
Le quattro braccia rappresentano – come in tutte le immagini di dei hindu - il dominio sulle quattro direzione dello spazio, ma anche i quattro Veda, i quattro scopi della vita, i quattro stadi della vita umana, le quattro caste, le quattro ere o yuga.
Nella mano destra bassa Vishnu tiene la conchiglia simbolo dell’origine dell’esistenza ed è collegata sia all’oceano primordiale sia al suono primordiale, la sillaba AUM.
Nella mano destra alta è posto Sudarshana, (Bello a vedersi), è il disco, la sua arma micidiale composta di sei raggi che rappresentano le sei stagioni in cui è diviso l’anno in India.
Nella mano sinistra alta c’è l’arco e nella mano sinistra bassa il dio tiene la mazza Kaumodaki, Colei che inebria lo spirito, cioè la potenza della conoscenza.
Il colore del dio è l’azzurro e abitualmente ha un velo su i fianchi che si chiama pitambara, la sua sposa è la dea della fortuna Lakshmi e suo veicolo o vahana è Garuda l’aquila dal corpo umano.
Vishnu è conosciuto come il dio dai mille nomi, ognuno collegato ad una caratteristica o ad una manifestazione particolare del dio. Questi nomi sono elencati e spiegati nel Vishnusahasranama, che significa appunto i mille nomi di Vishnu e che è una parte del Mahabharata.
Tra di essi ricordo: Vishva, Colui che è tutto, Bhutakrit, Creatore di tutte le cose, Bhutabhrit, Supporto di tutte le cose, Bhutabhavana, L’essenza di tutti gli esseri, Hari, Colui che porta via, Bhakta Vatsala, Colui che ama i suoi devoti, Mahamaya, Suprema illusione, Bhagavan, Il Glorioso, Anandi, Colui che dà gioia, Narayana, Figlio dell’uomo.

sabato 21 maggio 2011

Rajiv Gandhi

Rajiv Gandhi (by Saptarshigosh)
India on Saturday 21 paid homage to former prime minister  Rajiv Gandhi on his 20th death anniversary.
President Pratibha Patil, Prime Minister Manmohan Singh and the departed leader's widow and Congress chief Sonia Gandhi  were among the first to pay floral tribute to the late leader at 'Veer Bhumi', the memorial of Gandhi.
Rahul Gandhi and Priyanka Vadra also paid floral tributes to their father who was assassinated on May 21, 1991 at Sriperumbudur in Tamil Nadu during a poll campaign.
Vice President Hamid Ansari, home minister P Chidambaram, Delhi chief minister Sheila Dikshit also paid homage to Gandhi. Priyanka's husband Robert Vadra was present on the occasion.
School children waving national flags were also present at the memorial.
May 21 is also observed as Anti-Terrorism Day with an objective to keep youth away from terror activities.

venerdì 20 maggio 2011

Shivalingam


Shiva is the only Hindu deity who is revered as a non-iconic, non-anthropomorphic.
I refer to the lingam (or linga) and in its isolated form as it is combined with the yoni that you can see in this post and the following one.
Obviously there are several anthropomorphic images of Siva and of course the Mahadeva is also revered in his image 'explicit', the fact remains that he is the only Hindu god whose image is very often replaced by an abstract symbol, the lingam, also called just Shivalingam. And that is the lingam is placed and worshiped in Garbhagrha, the most sacred place of the Hindu temples, the place where is stored the image of the god is worshiped mainly in that temple, the sanctum sanctorum in fact.
The worship of the lingam, the main worship for the Lingayat sect of Shaivism, is very old as it is already present in the prevedic period.
This is a totally indigenous cultic element that - after an initial attempt to oust by the Vedism and Brahmanism - came in its own right to be part of Hinduism. Consider that in the Rig Veda despises those who worship the lingam.
As said the lingam can be alone or combined with the yoni.
Lingam in Sanskrit means 'sign ', 'track', mark and even 'phallus'. While yoni means origin, source, womb and indicates the female genitalia.
The lingam is a column, pillar, usually of stone, but can be any other material, in many texts it is described as a pillar of fire. It is built according absolutely predetermined shapes and sizes.
Its base is square and oriented in the four directions and usually is not visible being buried. The second part is octagonal and supported on the yoni.
The three parts of the lingam to be proportional to size based on many parameters including the caste of those who venerate it.
Typically, the surface of the lingam is smooth, but there are also lingam on which are carved images of God or one or more faces of Shiva. In the latter case we speak of Mukhalingam.
When the faces are five - as in the case of the lingam published in this post – the name is Panchamukhalinga. Five is a number of Shiva, as the syllables of his mantra Namah Shivaya.
The lingam is the symbol of Purusha, the cosmic man, the informal, the unchanging, all unspoken. Instead the symbol of the energy  of nature, prakriti, of all that is in the world is the yoni.
One is the immanent cause and the other the efficient cause.
The lingam is in the yoni, it is the power that manifests the unmanifested, is the womb where the lingam deposits its seed to generate all that exists in the universe.

Shivalingam

Lingam di pietra in un Garbhagrha
Shiva è l’unica divinità induista che è venerata anche in una forma aniconica, non antropomorfa.
Mi riferisco al lingam (o linga) sia nella sua forma isolata sia nella sua forma unita alla yoni che potete vedere in questo post e in quello successivo.
Ovviamente esistono molteplici immagini antropomorfe di Shiva e ovviamente il Mahadeva è venerato anche nella sua immagine ‘esplicita’, ciò non toglie che sia l’unico dio hindu la cui immagine è molto spesso sostituita da un simbolo astratto, il lingam appunto detto anche Shivalingam. Ed è il lingam che viene collocato e venerato nel Garbhagrha, la parte più sacra dei templi induisti, il luogo nel quale viene conservata l’immagine del dio principale venerato in quel tempio, il sancta santorum insomma.
Il culto del lingam, principale culto per la setta shivaita dei Lingayat, è antichissimo essendo già presente nel  periodo prevedico.
Si tratta di un elemento cultuale totalmente autoctono che – dopo un iniziale tentativo di estromissione da parte del vedismo e del brahmanesimo – è entrato a pieno diritto a far parte dell’induismo. Si pensi che nel Rig Veda si disprezza coloro che venerano il lingam.
Come detto il lingam può essere da solo o unito alla yoni.
Lingam in sanscrito significa ‘segno’, ‘traccia’ ed anche ‘fallo’. Mentre yoni significa origine, provenienza, grembo e indica l’organo femminile.
Il lingam è una colonna, un pilastro, generalmente di pietra, ma può essere di qualsiasi altro materiale, in molti testi è descritto come una colonna di fuoco.  È costruito secondo forme e misure assolutamente prefissate.
La sua base è di forma quadrata ed orientata nelle quattro direzioni ed in genere non è visibile essendo interrata. La seconda parte è ottagonale e appoggiata sulla yoni.
Le tre parti del lingam devono essere di dimensioni proporzionali in base a molteplici parametri inclusa la casta di chi lo venera. 
Panchamukhalingam
In genere la superficie del lingam è liscia, ma esistono anche lingam sui quali sono scolpiti immagini del dio o uno o più volti di Shiva. In questo ultimo caso parliamo di Mukhalinga.
Quando i volti sono cinque – come nel caso del lingam che pubblico in questo post – si parla di Panchamukhalingam. Cinque è uno dei numeri di Shiva, come le sillabe del suo mantra Namah Shivaya.
Il lingam è il simbolo del Purusha, l’uomo cosmico, l’informale, l’immutabile, il tutto inespresso. Il simbolo dell’energia invece, della natura, di prakriti, di tutto ciò che è nel mondo è la yoni.
Uno è la causa immanente e l’altra la causa efficiente.
Il lingam sta nella yoni, quest’ultima rappresenta il potere che manifesta l’immanifesto, è il grembo in cui il lingam deposita il suo seme per generare tutto ciò che esiste nell’universo.

mercoledì 18 maggio 2011

Hinduism and Christianity

Puja
A friend asked me what is the difference in practice between Christianity and Hinduism. Beyond the rites, celebrations, beliefs, specifically what differentiates a Christian from a Hindu.
It is obviously a huge demand which I cannot give an answer, there are many aspects that make the two religions distant from each other and many even those that make them similar.
However I could not help but go back to read the wonderful "Pilgrimage to the sources " of Lanza del Vasto.
This is the diary of an ‘epic’ journey that Lanza del Vasto made ​​in India in 1936 to drink from the wellspring of all religions and all spirituality.
The Italian pilgrim meets an Hindu ascetic and stops a few days in his ashram at the foot of the Himalayas. By the time to go away he was invited to stay to meditate with shadu too, but he refuses.
"In me is Christian restlessness - he says - that, however imperfect, I prefer to perfect peace proposed by this wise man.
The good that I seek is not peace of the deep sleep but the ravings of the soul in love. I don’t think I have the right to seek salvation by myself and for myself. I must go thraough the good of others to get to my good and I believe that charity is worth more than wisdom.
For this I am going to Gandhi, to learn how to become a better Christian."

Induismo e cristianesimo

Agnihotra
Un amico mi ha chiesto che differenza c’è, nella prassi, tra cristianesimo e induismo. Al di là dei riti, delle celebrazioni, delle credenze, concretamente in cosa si differenzia un cristiano da un induista.
Ovviamente è una domanda enorme alla quale non sono in grado di dare una risposta esauriente. Tanti sono gli aspetti che rendono le due religioni lontanissime tra loro e tanti anche quelli che le rendono simili.
Comunque non ho potuto fare a meno di riandare a leggermi un brano del meraviglioso “Pellegrinaggio alle sorgenti” di Lanza del Vasto.
Si tratta del diario di un viaggio ‘epico’ che Lanza del Vasto fece in India nel 1936 per abbeverarsi alle sorgenti di tutte le religioni e di tutte le spiritualità.
Il pellegrino italiano incontra un asceta e si ferma qualche giorno nel suo ashram alle pendici dell’Himalaya. Nel momento di partire viene invitato dal shadu a restare a meditare, ma lui rifiuta.
“In me vi è un’inquietudine cristiana  - dice - che, per quanto imperfetta, preferisco alla serenità perfetta proposta da questo saggio.
Il bene che cerco non è la pace del sonno profondo ma il delirio dell’anima innamorata. Non credo di avere il diritto di cercare la salvezza da me stesso e per me stesso. Devo passare per il bene altrui per arrivare al mio bene e ritengo che la carità valga più della saggezza.
Per questo mi recherò da Gandhi, per imparare a diventare un cristiano migliore.”

sabato 14 maggio 2011

Femal discrimination again

Indian children - Chennai
A man is accused of beating to death his wife, six months pregnant, after learning that the fetus was a girl. The crime occurred in Andhra Pradesh. Prakash Chari, this man's name, he ordered his wife to abort. But the woman refused, and during the discussion, on May 10 last, he physically assaulted. Neighbors rushed to stop him, and immediately led the woman to a nearby hospital seriously wounded, but in vain. It 'died of wounds the following day.

The couple had two children, and after the scans revealed that the woman was wearing her lap in a third woman's husband has beaten to death.




If you want to know more can read the full article by clicking on Asia News.