lunedì 2 aprile 2018

One who feed Krishna feeds the world

Mahabhalipuram, Tamil Nadu (India)
The twelve years of exile in the forest for the Pandavas were very hard and tiring. They no longer had the command of a flourishing kingdom, no longer lived in sumptuous palaces with servants and maids, but they lived in huts made of bushes and were exposed to the harsh climate and the dangers of the forest.
To make their exile less hard and to enable the five heroic brothers and their wife Draupadi to always have food, the Mahabharata tells us that Surya, the sun God, had given them a copper tray prodigious.
Every time that the Pandavas were hungry, the tray was filled with food and remained full of food until Draupadi had eaten. After the tray remained empty until the next day.
This magic tray made possible not only to the Pandavas to eat, but also to welcome the guests and the wise men who came to visit them with worthy honors. If the hospitality was not worthy and generous, the sages could cast a curse against the Pandavas, and in their situation, they could not afford to be cursed by some ascetic.
One of the most angry rishi was Durvasa. He always pretended to be received with full honors, demanded food for himself and for his many disciples who followed him always, if he had not been satisfied by his guests, he hurled painful curses.
One day, Durvasa went to the palace of Hastinapura where Duryodhana, the evil son of Dritharshtra who had exiled by fraud Pandava cousins, received him with the greatest honors. Durvasa was pleased and said to Duryodhana: "Ask what you want, I will give it."
The evil Duryodhana, who feared the return of the cousins ​​at the end of exile, asked the rishi:
"Oh great and venerable sage, please go to the forest to visit my poor cousins, I are sorry for them and I’m sure they would be happy of your visit."
Duryodhana invited the rishi to go to Pandavas in the evening, after dinner, because he knew that in that way the magic tray would have been hopelessly empty until the next morning.
And so it happened. Durvasa went to the Pandavas and said: "I and my followers are going to do the ritual ablutions, we would like to eat when we come back."
Draupadi was desperate, the tray was empty and she was not able to prepare food in a short time for such a large group. She was terrified, the rishi would hurl a curse against the Pandavas once he was realized that there was nothing to eat. The Queen turned to Lord Krishna, she thought him with all his strength and Krishna appeared to her.
"Hello my Queen Draupadi," said Krishna.
"I need your help, my dear Lord!" Draupadi cried in anguish.
"Wait, I'm hungry, can you give me something to eat first."
"But it is precisely the problem, I’ve nothing to eat," said Draupadi.
"Are you sure? - Krishna insisted - Get the tray and look closely."
Draupadi took the tray and looked into it, it was empty.
"Look closer," said Krishna.
"There is nothing - Draupadi said sadly - there was only a grain of rice and a piece of vegetable."
"Give those to me," said Krishna.
Draupadi gave those to him and Krishna ate two small pieces of food.
"I am satiated - said Krishna to Draupadi - have no concern." And he went.
At the same time, Durvasa and his disciples were returning to the hermitage of the Pandavas and felt incredibly full, satiated, they were no longer hungry, they felt as if they had eaten a large meal.
"Excuse us, Queen - Durvasa said to Draupadi - thank you for your hospitality, but we’ll eat with you another day."
Thus Draupadi and the Pandavas were saved from the curse of Durvasa.
One who feed Krishna feeds the world.




Chi sazia Krishna sazia il mondo





Tempio di Sri Meenaski - Madurai
(Tamil Nadu - India)
I dodici anni di esilio nella foresta per i Pandava furono molto duri e faticosi. Non avevano più il comando di un regno florido, non vivevano più in sontuosi palazzi con servi e ancelle, ma abitavano in capanne fatte di arbusti ed erano esposti al clima rigido e ai pericoli della foresta.
Per rendere il loro esilio meno duro e per consentire ai cinque eroici fratelli e alla loro moglie Draupadi di avere sempre cibo, il Mahabharata ci racconta che Surya, il dio del Sole, aveva donato loro un prodigioso vassoio di rame.
Ogni volta che i Pandava avevano fame, il vassoio si riempiva di cibo e restava pieno di cibo fino a che non si serviva Draupadi. Dopo che la regina aveva mangiato, il vassoio rimaneva vuoto fino al giorno successivo.
Questo vassoio magico consentiva ai Pandava non solo di mangiare, ma anche di accogliere con i degni onori gli ospiti ed i rishi, saggi che si recavano da loro in visita. Se l'accoglienza non fosse stata degna e generosa, i saggi avrebbero potuto lanciare una maledizione contro i Pandava e, nella loro situazione, non potevano certo permettersi di venire maledetti da qualche asceta.
Tra i rishi più iracondi c'era Durvasa. Esigeva di essere sempre accolto con tutti gli onori, pretendeva cibo per sè e per i propri numerosi discepoli che lo seguivano sempre e, nel caso in cui non fosse stato soddisfatto dai propri ospiti, lanciava maledizioni dolorosissime.
Un giorno Durvasa si recò alla reggia di Hastinapura dove Duryodhana, il malvagio figlio di Dritharshtra che aveva con l'inganno esiliato i cugini Pandava, lo accolse con i più grandi onori. Durvasa rimase soddisfatto e disse a Duryodhana: "Chiedimi ciò che vuoi, te lo concederò."
Il perfido Duryodhana, che temeva il ritorno dei cugini al termine dell'esilio, chiese al rishi:
"Oh grande e venerabile saggio, ti prego di andare nella foresta a visitare i miei poveri cugini, sono in pena per loro e sono certo che sarebbero felici di una tua visita."
Duryodhana invitò il rishi a recarsi dai Pandava la sera, dopo la cena, perchè sapeva che in quel modo il vassoio magico sarebbe stato irrimediabilmente vuoto fino al mattino successivo.
E così avvenne. Durvasa si recò dai Pandava e disse loro: "Io ed i miei discepoli andiamo a fare le rituali abluzioni, al ritorno vorremmo mangiare."
Draupadi era disperata, il vassoio era vuoto e non era certo in grado di preparare da mangiare in poco tempo per una così numerosa comitiva. Era terrorizzata, il rishi avrebbe lanciato una maledizione contro i Pandava una volta che si fosse reso conto che non c'era niente da mangiare. La regina si rivolse a Krishna, lo pensò con tutta la sua forza e Krishna le apparve davanti.
"Salve mia regina Draupadi," disse Krishna.
"Ho bisogno del tuo aiuto, mio caro Signore!" gridò angosciata Draupadi.
"Aspetta, ho fame, prima dammi qualcosa da mangiare," ribattè lui.
"Ma è proprio questo il problema, non ho niente da mangiare," replicò Draupadi.
"Ne sei sicura? - insistè Krishna - Prendi il vassoio e guarda bene."
Draupadi prese il vassoio e vi guardò dentro, era vuoto.
"Guarda meglio," disse Krishna.
"Non c'è niente - disse sconsolata Draupadi - c'è rimasto un chicco di riso e un pezzetto di verdura."
"Dammeli," disse Krishna.
Draupadi così fece e Krishna mangiò i due piccoli pezzi di cibo.
"Mi sono sfamato - disse Krishna a Draupadi - non avere alcuna preoccupazione." E se ne andò.
Nello stesso momento, Durvasa ed i suoi discepoli stavano tornando all'eremo dei Pandava e si sentirono incredibilmente sazi, non avevano più fame, si sentivano come se avessero mangiato un abbondante pasto.
"Scusaci, regina - disse allora Durvasa a Draupadi - ti ringrazio per la tua ospitalità, ma mangeremo alla tua tavola un altro giorno."
Così Draupadi e i Pandava si salvarono dalla maledizione dell'iracondo Durvasa.
Chi sazia Krishna sazia il mondo.