lunedì 26 novembre 2018

26 novembre 1949: entrata in vigore della Costituzione Indiana

Il 26 novembre 1949 entrò in vigore la Costituzione Indiana che era stata approvata dalla Constituent Assembly il 26 gennaio 1949. Quest'ultima data è ricordata solennemente ogni anno nella Festa della Repubblica.
La Consituent Assembly, che era presieduta da B. R. Ambedkar, era stata eletta a suffragio universale e si riunì per la prima volta il 9 dicembre 1946 quando ancora l'India non aveva ottenuto l'Indipendenza che venne formalizzata il 15 agosto del 1947.
Questo il Preambolo della Costituzione nel testo oggi vigente.

"Noi popolo dell'India, avendo solennemente deciso di costituire l'India come Repubblica Democratica Sovrana Socialista e laica e di assicurare a tutti i suoi cittadini:

  • GIUSTIZIA sociale, economica e politica;
  • LIBERTA' di pensiero, espressione, credo, fede e culto;
  • EGUAGLIANZA di condizioni e di opportunità;
e di promuovere tra tutti FRATERNITA', assicurando la dignità dell'individuo e l'unità e l'integrità della nazione,
nella nostra Assemblea Costituente, questo 26 novembre 1949 adottiamo, promulghiamo e stabiliamo questa Costituzione."


Indian Emblem by User:Indianvipjatt
La Costituzione Indiana è la più lunga delle Costituzioni conosciute contando 395 articoli e 12 allegati. La lunghezza è dovuta anche alla grandezza e alla diversità e alla varietà del territorio e della popolazione dello Stato (culturale, linguistica, religiosa, sociale, etc.).
L'India, denominata con l'antico nome di Barath, viene costituita come Unione, una Repubblica federale parlamentare con la tripartizione dei principali poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) classico nelle costituzioni liberali occidentali.
Gli Stati attualmente sono 29 cui si aggiungono 7 territori con amministrazione speciale tra cui il territorio della capitale Delhi.
I poteri dello Stato Centrale e quelli degli Stati Federali sono suddivisi nel VII allegato alla carta costituzionale:
  • Union List (poteri centrali): 97
  • State List (poteri dei singoli Stati): 66
  • Concurrent List (poteri concorrenti): 47
Inutile dire che detta ripartizione ha molte volte comportato l'intervento del massimo organo giudiziario indiano, l'High Court, per risolvere conflitti sulle competenze.
Ogni Stato ha i propri organi (Presidente, Governatore, Parlamento, etc.) e la propria lingua ufficiale.
L'India ha un Presidente che ha funzioni di garanzia e di rappresentanza e che viene eletto dal Parlamento integrato dalle rappresentante dei Parlamenti statali.
Il Parlamento si divide in Camera Alta o Consiglio degli Stati (Raj Sabha) e la Camera del Popolo (Lok Sabha). Oltre a legiferare, il Parlamento nomina il Primo ministro che abitualmente, ma non obbligatoriamente, è il leader del partito o della coalizione uscita vincitrice dalle urne.
L'Hindi, nella scrittura devanagari, è prevista dall’art. 343 come lingua ufficiale dell'Unione. Venne anche previsto che negli atti ufficiali e nelle corti di giustizia si continuasse ad usare la lingua inglese per quindici anni. Questo termine è stato poi continuamente prorogati fino ad oggi.
Accanto all'Hindi come lingua dell'Unione, vengono riconosciute altre 22 lingue ufficiali elencate nell'allegatp VII e precisamente: assamese, bengali, bodo, dogri, guajarati, hindi, kannada, kashmiri, maithili, malayalam, marathi, oriya, panjabi, sanscrito, santholi, sindhi, tamil, telegu, urdu, napali, konkani e manipuri.





November 26, 1949: entry into force of the Indian Constitution

On November 26, 1949, the Indian Constitution, approved by the Constituent Assembly on January 26, 1949 (Republic Day), came into force.                                                                                                  
Indian Emblem by User:Indianvipjatt
The Consituent Assembly, which was presided over by B. R. Ambedkar, had been elected by universal suffrage and met for the first time on December 9, 1946, when India had not yet obtained the Independence that was formalized on August 15, 1947.

This is the Preamble of the Constitution in the current text.

We, the people of India, having solemnly resolved to constitute India into a SOVEREIGN SOCIALIST SECULAR DEMOCRATIC REPUBLIC and to secure to all its citizens: 
JUSTICE, social, economic and political; 
LIBERTY of thought, expression, belief, faith and worship; 
EQUALITY of status and of opportunity; 
and to promote among them all FRATERNITY assuring the dignity of the individual and the unity and integrity of the Nation; 
IN OUR CONSTITUENT ASSEMBLY this twentysixth day of November, 1949, do HEREBY ADOPT, ENACT AND GIVE TO OURSELVES THIS CONSTITUTION

The Indian Constitution is the longest of the known Constitutions counting 395 articles and 12 annexes. The length is also due to the size and diversity and variety of the territory and the population of the state (cultural, linguistic, religious, social, etc.).

India, named with the ancient name of Barath, is constituted as a Union, a parliamentary Federal Republic with the tripartite of the main powers (legislative, executive and judiciary) classic in Western liberal constitutions.

The States are currently 29 to which are added 7 territories with special administration including the territory of the capital Delhi.

The powers of the Central State and those of the Federal States are subdivided into the VII attached to the constitutional charter:

Union List (central powers): 97
State List (powers of States): 66
Concurrent List (competing powers): 47

Needless to say, this division has often involved the intervention of the highest Indian judicial body, the High Court, to resolve conflicts of jurisdiction.

Each State has its own organs (President, Governor, Parliament, etc.) and its own official language.

India has a President who has functions of guarantee and representation and that is elected by the Parliament integrated by the representative of the State Parliaments.

The Parliament is divided into the Upper House or Council of States (Raj Sabha) and the People's Chamber (Lok Sabha). In addition to legislating, Parliament appoints the Prime Minister who habitually, but not necessarily, is the leader of the party or coalition that emerges victorious from the polls.

Hindi in the Devanagari writing is constituted by the art. 343 as the official language of the Union and the use of English for fifteen years is then foreseen in official documents and courts of justice and then continuously extended until today.

Alongside Hindi as the language of the Union, 22 other official languages ​​are listed in Annex VII, namely: Assamese, Bengali, Bodo, Dogri, Guajarati, Hindi, Kannada, Kashmiris, Maithili, Malayalam, Marathi, Oriya, Panjabi, Sanskrit, santholi, sindhi, tamil, telegu, urdu, napali, konkani and manipuri.

domenica 18 novembre 2018

Un risciò e tre pensieri

Stasera anche Sunil dovrà ricredersi. Non prenderò il solito tchai annacquato. Voglio samosa, dal e il curry di pesce. E’ da tanto che sento quel profumino, ma non ho mai potuto assaggiarlo. Stasera sì. E me li dovrà servire caldi e non potrà prendermi in giro, perché pago.
Ha scelto me. Il bianco sahib che è uscito dal tempio ha scelto me. Non ero neppure il primo della fila, ma è salito sul mio risciò. L’ho portato subito all’albergo. Pioveva perché quest’anno il monsone è venuto, e come se è venuto! Ma io sono andato come un treno. Sotto la pioggia l’ho portato subito dove mi ha detto. Quando la strada sale, appena prima del viale che porta all’albergo, mi sono alzato sui pedali, avevo il cuore in gola, ma non ho fatto una piega. Avevo paura che il piede mi scivolasse sui pedali, ma ce l’ho fatta. Il sahib deve essere rimasto contento. Mi ha dato cento rupie! Da non credere. A volte non le faccio nemmeno in un mese. Oggi è stata una buona giornata. Finalmente!


* * * * * 


Non so se ho fatto bene. Mi sembra una forma di schiavismo, forse ho sbagliato, ma mi sono detto, “se lo uso, posso aiutare questo disgraziato,” così sono salito. Potevo prendere il motorisciò o andare a piedi, ma pioveva e allora sono salito su quel risciò a pedali. In India talvolta non so come comportarmi. La fila era lunga, ma quell’uomo mi sembrava il più disperato di tutti e anche se non era il primo, ho scelto lui. Era pelle e ossa e a un certo punto si è anche dovuto alzare sui pedali. Non ce la faceva. La pioggia era battente e la strada era un po’ in salita. Sopra quel carretto mi sono sentito un verme. Mi vergognavo a farmi vedere, ma nessuno ha fatto caso a noi in questo caos di città. Alla fine gli ho dato cento rupie. Credo che la corsa ne valesse meno, molto meno. Ma quell’uomo mi ha fatto pena e io mi sentivo un po’ in colpa. Poi, in fin dei conti, cento rupie sono poco più di un euro.


* * * * *


Perché non ha preso il mio risciò? Ero il primo della fila, sono forte, il risciò è pulito, senz’altro più nuovo di quello di Rahul, ma quel sahib ha scelto lui. Regge l’anima coi denti quello, ma non si è tirato indietro. Quella corsa spettava a me. E’ andato all’albergo, alla fine c’è anche una salita, sarà schiantato. Non è giusto. A me neanche ha guardato, è andato diretto sul quel risciò.  E chissà quanto lo ha pagato. Gli avrà dato cinquanta rupie quel bastardo. Mi facevano proprio comodo quei soldi. Il riso a casa è finito. Lenticchie e ceci basteranno per due, tre giorni. E quello mi va a rubare una corsa e che corsa! Cinquanta rupie volate vie. La donna che è salita sul mio risciò subito dopo si è fatta portare a casa e poi è venuto fuori che non aveva soldi. Le ho detto, “dammi almeno una rupia”. Ma era a secco. Che dovevo fare? Se lo sapevo, non la caricavo nemmeno. Che giornata schifosa!