"I cambiamenti introdotti in India negli ultimi vent’anni non hanno aiutato i poveri. Mentre è aumentato il numero di milionari e miliardari, e quello degli appartenenti alla classe media che aspirano a diventarlo, per i poveri la situazione è migliorata poco o per nulla, a seconda degli economisti e dei politici a cui si decide di credere. In ogni caso, i dati raccolti dal governo indiano, criticato per la sua tendenza a ridimensionare il numero dei poveri e il loro stato di indigenza, parlano chiaro: tra il 2004 e il 2005, il periodo a cui risalgono gli ultimi dati disponibili, gli indiani che vivevano con meno di 20 rupie al giorno (30 centesimi di euro) erano 836 milioni, cioè il 77 per cento della popolazione. Sono persone che lavorano prevalentemente in quel settore dell’economia che i politici definiscono “non organizzato” o “informale”: in altre parole, fanno un lavoro irregolare, in condizioni difficili e senza garanzie o prospettive di mobilità verticale."
Camion diretto al mercato ortofrutticolo di Ernakulam |
se ti capita leggiti l'articolo su internazionale della scorsa settimana su india e progresso
RispondiEliminaLetto l'articolo che suggerivi. Incredibile, certe descrizioni sembrano quelle delle fabbrice ottocentesche di Zola. Ma è tutto vero
RispondiEliminabuon fine settimana
Vero. Mi dicono che l'aspettativa di vita di un operaio indiano è di dieci anni inferiore a quella della media nazionale!
RispondiEliminaNamastè e buon fine settimana a tutti.