sabato 11 febbraio 2012

Il lingam di fuoco

Abbiamo visto nel precedente post, che le tradizioni vaishnava narrano miti e leggende per comprovare la supremazia di Vishnu sugli altri dèi della trimurti e per spiegare il motivo per cui il dio Brahma non è oggetto di culto in India. Ma esistono ovviamente miti e tradizioni shivaite che sostengono esattamente il contrario e cioè che Shiva è il più grande tra gli dèi, che è l’Assoluto, il principio di tutte le cose. Insomma lo Skanda Purana, Il Lingam Purana o il Vayu Purana narrano una storia diversa. Questa. 

Rama, Sita, Saraswati e altri dei
venerano lo Shivalingam
All’origine dei tempi, quando niente era stato creato o, più precisamente, nel periodo che intercorreva tra la distruzione/assorbimento dell’Universo e la creazione di un nuovo universo, Vishnu stava sdraiato sul serpente ananta convinto di essere il più potente dio. Imprevisto apparve però Brahma, che dichiarò di essere il creatore dell’universo, colui dal quale tutte le cose sono nate. Tra i due dèi nacque una disputa, ciascuno sosteneva con molteplici argomenti di essere l’Assoluto e ciascuno narrava fatti, azioni e imprese che avrebbero dovuto comprovare la propria supremazia sull’altro. 
Ma mentre questa disputa stava andando avanti, nell’immensità degli spazi si sentì un rombo assordante, un fragore accompagnato da un fascio di luce, comparve improvvisamente una colonna rifulgente che dagli inferi arrivò fino agli spazi infiniti trafiggendo gli oceani e la terra. Era un lingam infinito e splendente, fiammeggiante e possente che lasciò stupefatti e terrificati i due dèi. 
“Ma cos’è?” si domandarono attoniti Vishnu e Brahma. Per capirlo decisero che Vishnu si sarebbe immerso nelle profondità dell’oceano e Brahma sarebbe volato negli spazi infiniti per raggiungere le due estremità di questa colonna splendente di cui ad occhio nudo non riuscivano a misurarne né l’altezza né la profondità. 
Vishnu si trasformò in cinghiale e si gettò nell’oceano, Brahma si trasformò in oca selvatica e volò negli spazi celesti. Il loro viaggio durò più di mille anni, ma per quanto si sforzassero, non riuscirono a raggiungere le estremità della colonna di fuoco che continuava a crescere. 
Ritornati in superficie i due si guardarono, Vishnu ammise di non essere riuscito a trovare l’inizio del lingam, Brahma invece, che voleva vincere la sfida con Vishnu, mentì dicendo di essere arrivato in vetta al lingam fiammeggiante. 
In quel momento però nella colonna di fuoco si aprì una fenditura dalla quale uscì Shiva, il signore del lingam si auto manifestò e proclamò la propria supremazia come Assoluto, come creatore, preservatore e distruttore dell’universo, di tutto ciò che esiste inclusi i due dèi che, prostrati al cospetto del grande dio, lo adorarono riconoscendone la supremazia assoluta. 
Ma non finì qui. Shiva infatti lanciò anche una malediazione contro Brahma che aveva mentito sostenendo di aver raggiunto la vetta del lingam di fuoco. Nessun culto sarebbe più esistito in suo onore. E così fu.

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