sabato 24 dicembre 2011

Un pensiero di Arundhati Roy

In uno degli ultimi numeri di "D di Repubblica" c'era un'intervista ad Arundhati Roy. Le hanno chiesto la sua opinione su come dall'estero viene vista l'India. Questa la sua risposta:
La Porta d'India a Mumbay

"È curioso, perché quando è scoppiata la cosiddetta “primavera araba” è stata ripresa ovunque. In Kashmir sono scese in piazza 100mila persone negli ultimi tre anni, affrontando carri armati, polizia. Ci sono stati un sacco di morti e nessuno ha parlato di “primavera del  Kashmir”.  Il Kashmir è  sotto la più densa occupazione militare del mondo: 700mila soldati in quella piccola valle. Gli Stati Uniti ne hanno mandati 165mila per attaccare l’Iraq! Ma nessuno ne parla. Per forza, l’India è la destinazione ideale della finanza internazionale e quindi devi scrivere di percentuale di crescita, mica del fatto che ci sono 800 milioni di persone che vivono con meno di 30 centesimi al giorno! O del fatto che ci sono più poveri di quelli dei 7 più poveri stati africani messi assieme. Si parla della vita spirituale dell’India, non del fatto che è un paese molto violento con le donne e i bambini e che la classe media è assetata di sangue."

2 commenti:

  1. vero, e meno male che c'è Arundhati Roy che parla di tutte queste cose e di altre ancora.Perlomeno qualche voce c'è, anche se solo una, a dire quel che va detto.
    Un abbraccio di buone feste!

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