venerdì 4 aprile 2014

La storia di Amba - Parte II

Bhishma ferito a morte
Per un anno, nella foresta più profonda e inospitale, nutrendosi solo di radici, bacche e del suo odio verso Bhishma, Amba meditò e venerò Shiva. 
Il dio, mosso a compassione, inviò il figlio Karttikeya che donò alla fanciulla una ghirlanda di fiori di loto profumatissimi e perenni.
"Prendi questa ghirlanda Amba - le disse Karttikeya - chi la indosserà ucciderà Bhishma."
Immediatamente la ragazza si mise alla ricerca di un guerriero, uno kshatriya, disposto ad indossare la ghirlanda e ad uccidere Bhishma, ma non trovò nessuno. 
"Bhishma è uomo buono e saggio - le rispondevano - e poi è imbattibile, non possiamo ucciderlo."
Amba giunse nel regno di Pancala e si recò dal re Drupada chiedendogli in ginocchio di indossare la ghirlanda, ma anche Drupada si rifiutò. Irata, la fanciulla scagliò la ghirlanda su una colonna della sala reale dove vi restò appesa a un chiodo.
Tornata nella foresta, Amba si dedicò nuovamente alle più rigide austerità finchè non le apparve Shiva in persona.
"Amba, la tua devozione ti ha premiato - le disse il dio - nella prossima vita sarai tu stessa ad uccidere Bhishma."
"Ma quando sarò rinata - rispose Amba -  non ricorderò niente di questa vita, come farò a sapere di dover uccidere Bhishma e poi, come potrò io donna, uccidere un valoroso kshatriya?"
"Niente mi è impossibile - replicò Shiva - così sarà." 
Amba non potè attendere il proprio destino, costruì una pira di legno, accese il fuoco e vi si gettò sopra, sacrificando la propria vita, per anticipare la propria vendetta.
Come predetto da Shiva, Amba rinacque proprio nella reggia di Pancala come figlia del re Drupada. Una bambina, la chiamarono Shikandhin.
Un giorno la piccola Shikandhin vide la ghirlanda di fiori di loto ancora freschi appesa alla colonna della sala reale, vi si avvicinò e se la mise al collo.
Il padre Drupada in un attimo capì e, temendo che la vendetta della figlia danneggiasse il proprio regno,  mandò la fanciulla in esilio.
Nella foresta Shikandhin prese piena coscienza della propria identità e della propria missione, ma era una donna, come avrebbe fatto?
La giovane non disperò ed infatti un giorno aiutò uno yaksha, uno spirito divino, che era caduto in una trappola. Quando il misterioso essere, per ringraziarla dell'aiuto, le chiese di esprimere un desiderio, Shikandhin non ebbe dubbi, "Voglio diventare un uomo," disse e così fu. Dopo aver rinunciato alla vita, Amba rinunciò anche alla propria femminilità per potersi vendicare.
Shikandhin divenne Shikandhi, valoroso guerriero che si unì ai cinque fratelli Pandava nella sanguinosa guerra contro i Kaurava descritta nel Mahabharata.
Quando Bhishma - condottiero dei Kaurava - si vide davanti Shikandhi, capì che era giunta la propria ora. Il codice cavalleresco gli impediva di combattere con una persona nata donna. Quando venne colpito dalle migliaia di frecce scoccate dai guerrieri Pandava, Bhishma si difese con tutte le forze, ma non fece niente per difendersi da Shikandhi.
Ormai morente, Bhishma cadde a terra sorretto da un letto di frecce e, indicando quella che gli aveva trafitto il cuore disse, "questa freccia è stata scoccata da Shikandhi."

[Fine]

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