domenica 5 maggio 2013

Ikea in India

Fra poco in una casa di Varanasi o di Pune, in una capanna del Bihar o in un appartamento di Mumbay non troveremo più charpai o letti col baldacchino, semplici scaffalature in legno dai più svariati colori, specchi incorniciati con canne di bamboo e tavoli in teak o in legno di mango. Troveremo la libreria Billy e la poltrona Karlstad, il letto Malm e il tavolinetto Lack. 
Ebbene sì. Il governo indiano ha definitivamente autorizzato Ikea ad aprire in India dieci negozi nei prossimi dieci anni e altri quindici negli anni successivi. L’investimento della prima fase vale quasi 2 miliardi di dollari. 
Le leggi a tutela dei piccoli negozi che hanno per ora ostacolato la realizzazione di grandi supermercati di vendita al dettaglio e il tentativo di sbarco per esempio dell’americana, non sono servite a bloccare il colosso svedese. La legge indiana infatti autorizza gli stranieri a realizzare catene retail se i prodotti sono monomarca, come nel caso delle Ikea che vende solo prodotti a proprio marchio, mentre le vendite multimarchio (proprie dei supermercati) hanno delle restrizioni. 
E perché gli indiani non dovrebbero avere quello che abbiamo noi, mobili a buon mercato? Sarà, ma questa omogeneizzazione mi rattrista e mi spaventa 
Non voglio tediarvi, ma devo citare un’altra volta il Mahatma Gandhi che era convinto che l’India avesse una missione da compiere nel mondo e dovesse essere per tutte le altre nazioni un faro che indicasse un modello di vita pacifico e diverso rispetto a quello occidentale. 

Gandhi su Young India dell’11 agosto 1927 scriveva: 

Sono sufficientemente umile da ammettere che c’è molto di utile da assimilare dall’occidente. La saggezza non è monopolio di un solo continente o di una sola razza. La mia opposizione alla civiltà occidentale è in realtà una resistenza alla sua indiscriminata e irriflessiva imitazione basata sull’assunto che gli asiatici siano capaci solo di copiare tutto ciò che provenga dall’occidente. 
Credo che se l’India avrà sufficiente pazienza da superare la prova del fuoco della sopportazione e resistere ad ogni illecita invasione della sua stessa civiltà – civiltà che, malgrado la sua indubbia imperfezione, finora ha resistito alle devastazioni del tempo – potrà dare un contributo duraturo alla pace e al saldo progresso del mondo.” (da Gandhi, Il mio credo Ed. Newton Compton).

7 commenti:

  1. In veritá credo che a molti indiani piaccia tantissimo uniformarsi all'occidente. Triste ma vero. Del resto anchr noi abbiamo in casa le librerie billy e buttiamo dalla finestra il made in italy

    RispondiElimina
  2. ci mancava anche questa, ma sono certa che l'India resisterà, anche se l'attrattiva occidentale è forte e lo sarà sempre

    RispondiElimina
  3. Almeno ci saranno più mobili indiani usati sul mercato per noi fissati.....

    RispondiElimina
  4. :) e magari costeranno di meno----

    RispondiElimina
  5. e chi dice che invece, magari, ci siano dei giovani designer indiani che sanno creare modelli per ikea, ispirati alla loro tradizione, che ikea produrrà con i suoi sistemi tipici (tutto da montare, ecc. ec.). Verrebbe fuori un nuovo masala, magari anche interessante...
    bacioni a tutti!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho paura che difficilmente avremo un Masala. Ti allego il link al catalogo di IKEA in Cina......


      http://www.ikea.com/cn/en/catalog/categories/departments/decoration/10760/

      Elimina