domenica 15 aprile 2012

La riforma della scuola indiana

File:Flag of India.svg
La bandiera indiana
Ha creato grande scalpore l’attesa sentenza della Corte Suprema dell’India chiamata a decidere sulla costituzionalità del Right to Education Act, la riforma della scuola approvata nel 2010 che – tra l’altro – ha previsto la scuola obbligatoria e gratuita per i ragazzi dai 6 ai 14 anni. 
In particolare la Corte ha dichiarato costituzionale una delle disposizioni più controverse e che avevano suscitato maggiori polemiche e dubbi di costituzionalità e cioè quella che dispone che tutte le scuole private e pubbliche devono riservare il 25% dei posti ai ragazzi di famiglie povere. 
Le scuole riceveranno finanziamenti sia dallo Stato centrale che dai vari Stati federali, anche se molte scuole private sostengono che tali finanziamenti non saranno sufficienti a consentire l’accesso gratuito previsto dalla legge. 
Sono escluse dall’obbligo le scuole delle minoranze che non ricevono sussidi pubblici. Tale esclusione è stata criticata da alcune associazioni che ritengono assurdo che siano esonerate dall’obbligo le scuole delle minoranze cui appartengono i ragazzi maggiormente bisognosi. 
Nella sua sentenza la Corte ricorda che su 1.250.755 scuole di istruzione primaria, l'80,2% sono governative, il 5,8% private che godono di aiuti, il 13,1% private che non ricevono aiuti. 
La Corte ha basato il suo verdetto sul principio che quello all’educazione è un diritto fondamentale di tutti i ragazzi tra i 6 e i 14 anni di età.

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