sabato 18 dicembre 2010

Il tempo nell'Induismo

La concezione indiana del tempo non è lineare bensì circolare, ciclica. Non si procede cioè di attimo in attimo, di secolo in secolo, di millennio in millennio lungo una linea retta senza fine (o con una fine ignota e definitiva), ma si procede da attimo ad attimo, da millennio a millennio in una sorta di circolo che ha un inizio ed una fine per poi ricominciare.  
Una delle più diffuse modalità della divisione del tempo che risale ai tempi più antichi dell'India, è quella che divide ogni ciclo del mondo in quattro yuga che prendono i propri nomi dai quattro risultati nel gioco dei dadi (gioco diffusissimo in India se si pensa che nel Mahabharata i fratelli Pandava perdono il proprio regno e la propria libertà proprio in due tragiche partite ai dadi).
Le quattro epoche sono il krta yuga, il treta yuga, il  dvapara yuga e il kali yuga e il livello morale ed il benessere esistente nelle quattro ere va declinando col declinare del dharma, l’ordine morale, che nella prima era è nella sua pienezza, quattro quarti, per poi quasi sparire nell’ultima e peggiore delle ere il kali yuga, l’era in cui viviamo oggi.
Kalki, decimo ed
ultimo avatara di Vishnu 
Il krta yuga – detto anche satya yuga cioè l’era dell’essere, della verità - è l’età dell’oro e deriva il suo nome dalla radice sanscrita kr che significa fare, completare, perfezionare. E’ l’era “perfetta” ed è associata al numero quattro, simbolo di perfezione e di saldezza. E’ il colpo vincente ai dadi. In questo periodo l’uomo è virtuoso, rispetta volontariamente il dharma e la vita serena e pacifica. Il krta yuga ha una durata di 1.728.000 anni umani (cioè quattro volte 432.000), pari a 4.800 anni degli dèi.
Il treta yuga, associato al numero tre, è un’epoca ancora felice anche se inizia il decadimento, il dharma è diminuito e gli uomini lo rispettano solo perché obbligati. Il treta yuga ha una durata di 1.296.000 anni umani (cioè tre volte 432.000), pari a 3.600 anni degli dèi.
Il dvapara yuga (dal numero due) presenta una egual misura di dharma e adharma, l’ordine cosmico non è più rispettato e la vita non è più virtuosa. Il krta yuga ha una durata di 864.000 anni umani (cioè due volte 432.000), pari a 2.400 anni degli dèi.
Si giunge infine nella nostra era, il kali yuga, l’età nera, l’età del declino, è presente un solo quarto di dharma e la virtù è ormai perduta, egoismo, violenza, guerre, depravazione hanno il sopravvento.
Il kali yuga, iniziato con la morte di Krishna nel 3102 a.C. ha una durata di 432.000 anni umani, 1.200 anni degli dèi.
I quattro yuga costituiscono un mahayuga (grande yuga) che dura complessivamente 4.320.000 anni umani, cioè 12.000 anni divini, e alla fine del quale l’universo si dissolverà (pralaya, dissoluzione) e avrà luogo una nuova creazione. Mille mahayuga, cioè 4.320.000.000 anni umani, sono un kalpa, cioè un giorno e una notte di Brahma.

3 commenti:

  1. Grazie per questo post, molto chiaro. Per me che so poco di religione e testi sacri hindu è molto utile.

    Una curiosità: perché le ere sono solo quattro se le facce dei dadi sono 6? O gli indiani hanno un dado diverso, chessò conico, oppure ci sono dei risultati che sulle facce dei dadi si ripetono? Forse è una domanda un po' triviale ma mi è sorta spontanea.

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  2. Domanda tutt'altro che triviale. Per il gioco dei dadi, che è di origine asiatica e al quale si fa riferimento sia nel Rig Veda che nell'Atharva Veda a riprova della sua antichità, si utilizzava l'osso del tarso di forma tetraedica, cioè di un poligono con quattro facce.

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  3. interessante blog, sui miei interessi e studi quotidiani. grazie per l'invito

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