Le elezioni politiche di maggio si avvicinano e la campagna elettorale si fa sempre più vivace in India. Stando ai sondaggi il candidato del partito nazionalista BJP, Narendra Modi, è in netto vantaggio rispetto al candidato del Partito del Congresso.
Secondo il Pew Research il BJP ha un gradimento del 63% mentre il Congresso si ferma a un modesto 19%, un risultato trasversale sia da un punto di vista geografico che sociale che sessuale che di età. Uomini, donne, ricchi, poveri abitanti delle grandi città e dei villaggi, indiani del nord, del centro e del sud, le percentuali sono, un po' più un po' meno, nettamente a favore del BJP.
Per quanto riguarda i leader, Narendra Modi è visto favorevolmente dal 78%, Anna Hazare, l'attivista anticorruzione, dal 69%, Rahul Gandhi raggiunge il 50%, meno anche del premier uscente Singh che ha il 52% del gradimento e che non si presenterà alle prossime elezioni.
Il Congresso sconta un malcontento generalizzato (il 70% è scontento della situazione economica e politica del paese), la corruzione dilagante in ogni livello della burocrazia e della politica, la carenza di leadership. Si pensi che ancora il Congresso non ha ufficialmente indicato il proprio candidato che si pensa, ma non è certo, che sia Rahul Gandhi, figlio di Sonia e Rajiv.