sabato 22 giugno 2013

Eulogy of forgiveness


Do you remember the Mahabharata? Do you remember Yudhishthira and his four brothers exiled for thirteen years in the forest with their wife Draupadi after losing the game of dice with the Kaurava cousins​​? Well, those were hard years, and years of hardship, and while the wise Yudhishthira was quite patient, Draupadi and Bhima had moments of discouragement and repeatedly invited the elder brother not to comply with the undertaking given and to attack and defeat the evil cousins .
Yudhishthira, the personification of virtue and dharma (of which he was also the son), he refuses and makes a praise of forgiveness that I summarize here.


Forgiveness is a virtue, forgiveness is sacrifice, forgiveness is the Vedas.Who knows it is able to withstand everything.
Forgiveness is Brahma, forgiveness is the truth, forgiveness is the merit of the ascetic, forgiveness is what holds the universe together.
He who forgives reaches the worlds that are obtained with great sacrifices or with the knowledge of the Vedas or the toughest of asceticism.
Forgiveness is the strength of the powerful, forgiveness is sacrifice, forgiveness is peace.
How can we abandon the forgiveness, which is where they reside Brahma and truth, wisdom, and the whole world?
The wise man should always forgive,
when it is able to forgive any man reaches Brahma.
This world and the other belong to those who are lenient.
In this world reach honors, another bliss.
Those who win their anger to forgiveness, they get the upper regions.
For this reason it has been said that forgiveness is the highest virtue.

Elogio del perdono

Vi ricordate il Mahabharata? Vi ricordate di Yudhishthira e dei suoi quattro fratelli esiliati per tredici anni nella foresta insieme alla moglie Draupadi dopo aver perso la partita a dadi con i cugini Kaurava?
Ebbene, furono anni duri, anni di privazioni e, mentre il saggio Yudhishthira riusciva a  sopportare tutto con pazienza, Draupadi e Bhima ebbero dei momenti di sconforto ed invitarono più volte il fratello maggiore a non rispettare l'impegno dato e di attaccare e sconfiggere i perfidi cugini.
Yudhishthira, personificazione della virtù e del dharma (di cui era anche figlio), si rifiuta e fa un elogio del perdono riportato nel Mahabharata che sintetizzo qui.


Il perdono è la virtù, il perdono è il sacrificio, il perdono è il Veda. 

Chi conosce questo è capace di sopportare tutto. 
Il perdono è Brahma, il perdono è la verità, il perdono è il merito dell'asceta,il perdono è ciò che tiene insieme l'universo. 
Colui che perdona raggiunge i mondi che si ottengono con i grandi sacrifici o con la conoscenza dei Veda o con le più dure delle ascesi. 
Il perdono è la forza dei potenti, il perdono è il sacrificio, il perdono è la pace. 
Come possiamo noi abbandonare il perdono, che è là dove risiedono Brahma e la verità, la saggezza e il mondo intero? 
L'uomo saggio dovrebbe sempre perdonare, 
quando è capace di perdonare tutto l'uomo raggiunge Brahma. 
Questo mondo ed anche l'altro appartengono a coloro che sono indulgenti. 
In questo mondo raggiungono gli onori, nell'altro la beatitudine. 
Coloro che vincono la propria ira per il perdono, ottengono le regioni superiori. 
Per questo è stato detto che il perdono è la virtù più alta. 

sabato 15 giugno 2013

L'occidentale è senza speranze

Nonostante studi e mi interessi di India e induismo da anni e nonostante, quando posso, vada in India, sono sempre preso dalle mie paturnie ed ansie da occidentale.
Mi è venuto in mente in proposito un pensiero riferito da Sri Nisargadatta Maharaj che diceva:
"L'occidentale è senza speranze, non riesce a crescere nel cammino spirituale perchè non ha le capacità. E' meglio non dirgli niente del moksha e della realizzazione. Che viva una vita utile e si guadagni una rinascita in India. Allora avrà una possibilità."
Mi sa che anch'io posso solo sperare in una rinascita in India! 

The westerner is hopeless

Although I study and I take care of India and Hinduism for years and even though, when I can, I go to India, I am always taken by agitation and anxieties like westerner.
That calls to my mind a thought reported by Sri Nisargadatta Maharaj who said:
"The westerner is hopeless, unable to grow in the spiritual path because he does not have the ability. It's better not to say anything of moksha and liberation. Let him live a useful life and gain a rebirth in India. Then he will have a chance. "
I guess I can only hope for a rebirth in India!

domenica 2 giugno 2013

The overwhelming passion of Urvashi and Pururavas

Urvashi
Do you remember Urvashi, the beautiful and sensual apsara born from the thigh of the wise man Narayana who now gladdens the living room of my house? Well, this is her tormented and passionate love affair with the king Pururavas.

The king Pururavas accidentally met the beautiful Urvashi and he fell madly in love only to see her.
The beautiful apsara agreed to marry the strong king, but only under three conditions. First of all, she would carry with her the lambs from which she never separated, secondly she should never have to see the king naked except during sexual intercourse and then she would be powered exclusively by drinking a drop of ghee, clarified butter.
The King - blinded with love - accepted all the conditions and married Urvashi.
The two lived together for four years, a sweeping love story, joining carnally every day for three times. But the beautiful Urvashi was required elsewhere.
The gandharvas, the heavenly musicians who live in the paradise of Indra, wanted her again and concocted a plan to stop that love so passionate.
At night they went to the home of Pururavas trying to steal lambs Urvashi. These began to bleat, woke Pururavas who - in order to save them - got up from the bed completely naked. At that moment, the gandharvas did crash in the sky a lightning that lit up everything as if it was day, allowing Urvashi to see her husband naked. Immediately the beautiful apsara vanished.
Pururavas despaired nights and days, he began to travel the length and breadth of the earth to find his lost bride, until one day he came to a lake where some beautiful swans were swimming. They were apsara Urvashi and her friends.
Urvashi could not resist and showed herself in her human forms to beloved husband.
Pururavas at the sight of his wife, begged her to return to him, but she - as stated in the Rig Veda (X, 95) -  denied, "back into your kingdom, I'm gone I like the dawn flees when he sees the sun, for you are now unreachable, unattainable as is the wind. "
But in the end, moved to compassion by the king who had also threatened to kill himself, Urvashi sends him back home, promising to meet again a year later.
Pururavas waited faithfully for a year on the day of the appointment, then having gone from Urvashi found her with Ayus, their first child.
The lovers embraced passionately and made love until Urvashi sent back the groom asking him to be faithful and giving appointment for the following year.
Pururavas waited another year and so for five years. Every year the two met, made love and conceived a child. Five sons in all.
The gandharvas were amazed at love, fidelity and perseverance of Puraravas and granted him to live with his beloved Urvashi.
The love between Pururavas and Urvashi remained paradigmatic for passion so that the two arani, that the sticks that were used to light the sacrificial fire by rubbing take their name from the two passionate lovers.

La travolgente passione di Urvashi e Pururavas

Urvashi
Vi ricordate di Urvashi, la meravigliosa e sensualissima apsara nata dalla coscia del saggio Narayana che ora allieta il soggiorno di casa mia? Ecco, questa è la sua tormentata e appassionata storia d’amore con il re Pururavas.


Il re Pururavas incontrò casualmente la bella Urvashi e se ne innamorò perdutamente al solo vederla. 
La bella apsara accettò di sposare il forte re, ma solo a tre condizioni. Innanzitutto avrebbe portato con se gli agnellini dai quali mai si separava, in secondo luogo non avrebbe mai dovuto vedere il re nudo se non durante i rapporti sessuali ed infine si sarebbe alimentata esclusivamente bevendo una goccia di ghee, il burro chiarificato.
Il re – accecato d’amore – accettò tutte le condizioni e sposò Urvashi.
I due vissero insieme per quattro anni una travolgente storia d’amore, congiungendosi carnalmente ogni giorno per tre volte. Ma la bella Urvashi era desiderata altrove.
I gandharva, i musici celesti che vivono nel paradiso di Indra, la rivolevano con sé e architettarono un piano per interrompere quell’amore così appassionato.
Di notte si recarono alla dimora di Pururavas cercando di rubare gli agnelli di Urvashi. Questi cominciarono a belare, svegliarono Pururavas che – volendo metterli in salvo – si alzò tutto nudo dal letto. In quel momento i gandharva fecero schiantare sulla terra un fulmine che rischiarò tutto come se fosse giorno, permettendo a Urvashi di vedere il suo sposo nudo. Immediatamente la bella apsara si dileguò.
Pururavas si disperò notti e giorni, cominciò a percorrere in lungo e in largo la terra per ritrovare la sposa perduta, finchè un giorno giunse ad un laghetto dove nuotavano alcuni bellissimi cigni. Erano Urvashi e altre apsara.
Urvashi non resistette e si palesò nelle sue forme umane all’amato marito.
Pururavas, alla vista della moglie, la pregò di tornare da lui, ma lei – come si legge nel Rg Veda (X, 95) – si negò, “torna nel tuo regno, io me ne sono andata come l’aurora fugge quando vede il sole, per te ormai sono irraggiungibile, come irraggiungibile è il vento”.
Ma alla fine, mossa a compassione dal re che aveva anche minacciato di uccidersi, Urvashi lo rimanda a casa promettendogli di incontrarlo nuovamente un anno dopo.
Per un anno Pururavas attese fedelmente il giorno dell’appuntamento, recatosi poi da Urvashi la trovò con Ayus, il loro primo figlio.
Gli amanti si abbracciarono appassionatamente e fecero all’amore finchè Urvashi rimandò indietro lo sposo chiedendogli di esserle fedele e dandogli appuntamento per l’anno dopo.
Pururavas attese un altro anno e così per cinque anni. Ogni anno i due si incontravano, facevano all’amore e concepivano un figlio. Cinque figli in tutto.
I gandharva rimasero stupiti dell’amore, della fedeltà e della perseveranza di Puraravas e gli concessero alla fine di vivere con la sua amata Urvashi.
L’amore tra Pururavas e Urvashi è rimasto paradigmatico per la sua passione tanto che le due arani, cioè i bastoncini che servivano ad accendere il fuoco sacrificale mediante sfregamento prendono nome dai due appassionati amanti.