sabato 9 marzo 2013

Aglio e ayurveda

Manoscritto sanscrito
Per i nati due volte, cioè gli appartenenti alle tre caste superiori, mangiare aglio è vietato. L'aglio non può essere offerto agli dei, accresce la libido e quindi allontana dal distacco meditativo, è tamasico e quindi favorisce il torpore mentale. 
Il Manusmriti, le Leggi di Manu, è chiarissimo, non si può magiare nè aglio nè cipolla e chi lo fa deve sottoporsi al santapana (il voto riscaldante) o al yaticandrayana (il voto del corso della luna dell'asceta).
Si tratta di due 'voti dolorosi', il primo consiste nel bere un intruglio di urina di vacca, sterco, latte, yogurt ed erba sacrificale e rimanere poi digiuno per una notte. Mentre il yaticandrayana consiste nel mangiare solo otto bocconi a mezzogiorno di cibo offerto in sacrificio agli dei.
La leggenda vuole che l'aglio sia nato durante la lotta tra dei e demoni per avere il soma, la bevanda degli dei che dona immortalità e potenza e che era emersa dal samutramanthan frullamento dell'oceano (clicca qui).
Ricorderete che il demone Rahu (clicca qui) per un attimo riuscì ad impossessarsi della bevanda e che ne bevve un po', ma Vishnu, col suo disco gli staccò di netto la testa. Ebbene alcune gocce del soma caddero sulla terra e da lì nacque l'aglio.
Per questo l'aglio è un alimento vietato alle caste superiori e soprattutto ai brahmani, perchè in qualche modo deriva da una animale, in questo caso da un demone.
Eppure l'ayurveda, la medicina tradizionale indiana, considera l'aglio come un potente medicinale. Anzi esiste addirittura un trattato medico interamente dedicato all'aglio.
Vagbhata, nel suo trattato ayurvedico, ricorda che l'aglio cura le fratture, guarisce dalla vitiligine e dalla lebbra, dalle emorroidi, dai vermi e dalle infezioni urinarie, dalla tosse e dalle palpitazioni, accresce la forza e fa ringiovanire.
Ovviamente i trattati ayuverdici si pongono il problema dell'impurità dell'aglio e hanno anche una singolare soluzione per renderlo puro. Eccola.
Si deve far digiunare una vacca per tre notti, poi la si deve alimentare con mangime composto per due parti di erba e per una parte di aglio. Fatto questo il brahmano può bere il latte e mangiare il burro della vacca e assumere così l'aglio per curarsi dalle sue malattie.

2 commenti:

  1. mi vengono in mente una serie di commenti sulla schizzinosità dei trattati antichi (e dei brahmani). Comunque, come sempre, fatta la legge, trovato l'inganno.
    ... Eri tu domenico che avevi postato quell'articolo che comparava la mentalità italiana a quella indiana?
    ecco...
    bacioni|

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  2. In effetti, molte similitudini....

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