Draupadi umiliata |
Il maggiore dei Pandava, Yudhishthira, figlio del dio Dharma ed esempio di moralità e rettitudine, ha un punto debole, il gioco dei dadi. Duryodhana allora lo sfida a giocare e gli contrappone suo zio, il perfido e disonesto Sakuni. Durante una drammatica partita Yudhishthira gioca e perde, perde tutto: ricchezze, territori, sudditi, alla fine gioca se stesso, poi i propri fratelli ed infine la comune moglie Draupadi. Perde tutto.
Duryodhana pretende di essere pagato, ma si accende una disputa. Draupadi non vuole divenire serva dei Kaurava, sostiene che quando suo marito ha giocato lei aveva già perso se stesso e pertanto non poteva disporre della moglie. Draupadi viene umiliata, trascinata per i capelli nella sala dei giochi. Bhima è tentato di intervenire, Yudhishthira lo ferma. Il loro dharma è rispettare la parola data. Bhima desiste dai suoi propositi, ma giura vendetta contro Duryodhana. A questo punto interviene però il re cieco Dhritarashtra che rimanda a casa i Pandava senza pretendere l’adempimento della scommessa persa.
Duryodhana si arrabbia col padre e tanto insiste da ottenere nuovamente il suo permesso a sfidare Yudhishthira ai dadi. Il Pandava – che come kshatriya non può rifiutare una sfida – accetta nuovamente di cimentarsi ai dadi nonostante i cattivi presagi e i consigli dei fratelli.
Questa volta chi perde si dovrà ritirare in esilio per dodici anni nella foresta e dovrà vivere il tredicesimo anno in assoluto incognito. Se durante il tredicesimo anno verrà riconosciuto, dovrà trascorrere altri dodici anni in esilio.
Yudhishthira perde la partita ed è costretto ad abbandonare Indraprastha e a ritirarsi con i fratelli e Draupadi nella foresta.
Passano dodici anni molto duri e faticosi, fatti di privazioni e di sofferenze. Manca ancora un anno per tornare alla vita pubblica e vendicarsi dei Kaurava. Questo anno è forse il più difficile, i cinque Pandava lo devono trascorrere in incognito, se qualcuno li riconosce dovranno nuovamente ritirarsi nella foresta per altri dodici anni.
I Pandava decidono di offrire in incognito i propri servigi al saggio Virata, re di Matsya. Yudhishthira si spaccia per samnyasin, saggio rinunciante e diviene consigliere del re, Bhima diviene cuoco di corte, Arjuna – che per una maledizione deve passare un anno come eunuco – fornisce i propri servigi nell’harem reale, Nakula e Sahadeva pensano ai cavalli e alle vacche del regno mentre Draupadi diviene dama di compagnia della regina.
Passa anche questo tredicesimo anno, i Pandava possono ora tornare a vivere in pubblico e si rivolgono allo zio, il re Dhritarashtra non per ottenere nuovamente il regno di Indraprastha, ma un qualsiasi altro territorio. Ma Duryodhana si oppone, non vuole dare ai cugini nessun territorio.
I Pandava non vogliono scatenare una guerra che sarebbe devastante, cercano di raggiungere un accordo, mandano ambasciatori, anche Krishna cerca di far ragionare Duryodhana, ma senza successo.
Non c’è alternativa alla più devastante guerra di tutti i tempi.
Mahabharata Parte I
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