Darshana è una parola molto importante nell’induismo. Letteralmente
significa contatto visivo, visione e deriva dal sanscrito 'drs' che significa appunto
vedere, osservare.
Nella pratica hindu, il darshana è il contatto visivo, la visione con
la divinità o con il santo, il guru. Nei templi hindu si va innanzi al tabernacolo
proprio per avere il darshana col dio che vi è raccolto, si attende molte ore per
vedere l’immagine del dio che viene tolta dal garbhagrha, più santo dei santuari
del tempio proprio per essere mostrata
ai fedeli in attesa che con la divinità
o il guru.
Ma la parola darshana sta anche ad indicare le sei dottrine o, appunto,
visioni filosofici dell’ortodossia hindu. Si tratta di: Sankhya, Yoga, Vaiseshika, Nyaya, Mimamsa e Vedanta.
Per molti non si tratta di dottrine tra loro in contraddizioni bensì
punti di vista, ‘dimostrazioni’ che partono da un medesimo inizio, i veda, e
conducono al medesimo fine, la moksha, l’unione dell’atman con il brahman, l’anima
individuale con l’anima universale interrompendo il samsara, cioè i l ciclo
delle rinascite.
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