La parola 'karma' in sanscrito significa essenzialmente azione. Karma, generalmente è inteso come frutto dell’azione o del pensiero, conseguenza positiva o negativa di ogni comportamento e fulcro della teoria del samsara, il ciclo delle rinascite. Possiamo molte genericamente dire che l’anima quando abbandonerà il corpo si incarnerà in un livello inferiore o superiore al precedente a seconda del karma. Quando il residuo karmico sarà esaurito, l’atman sarà liberato (moksha). Per questo spesso karma è inteso anche come destino.
La parola 'sanscrito' in devanagari |
Più incerta l’etimologia di un’altra parola cardine dell’induismo, ‘atman’. Spesso è assimilata all’anima, ma in realtà l’atman è il Sé supremo, è l’essenza di ogni essere vivente, è l’Assoluto in noi che niente ha a che vedere con la nostra anima personale e individuale che in sanscrito è jiva. Alcuni fanno derivare la parola dal sanscrito an (muoversi) e at (respiro), essendo l’atman il soffio che fa muovere, fa vivere ogni essere vivente.
Il 'brahman' invece, da non confondersi con una delle tre divinità della trimurti cioè Brahma, è il principio universale, l’essenza suprema, l’assoluto, la pura realtà metafisica. La parola si fa derivare dalla radice sanscrita brh, che sta per crescita, sviluppo. Dal brahman infatti nasce tutto e di esso tutto è manifestazione.
'Avatara' invece significa discesa e deriva dalla radice sanscrita tr/tar ‘passare’ e da ‘ava’ che significa ‘giù’. Avatara è quindi passare giù, scendere sulla terra. Gli avatar sono infatti le incarnazioni delle divinità con particolare riferimento agli avatara di Vishnu.
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