“Non conosco nessuno che dipinga le immagini sulle tele della memoria – scrive Rabindranath Tagore - ma chiunque sia, ciò che dipinge sono illustrazioni e, con questo, non intendo dire che non stia lì col suo pennello semplicemente a replicare fedelmente ciò che accade. Prende e toglie a seconda del suo gusto e, ingigantendo e rimpicciolendo a suo piacimento, non ha imbarazzi nel mettere nello sfondo ciò che era in primo piano. In altre parole, dipinge immagini, non scrive la storia.” E sono molto belle e coinvolgenti le immagini che possiamo ammirare nell’interessante mostra allestita alla Galleria d’Arte Moderna di Roma e dedicata a Rabindranath Tagore nel 150° della sua morte (1861-1941).
Si intitola “The last harvest” ossia “L’ultimo raccolto” ed è stata organizzata dall’Archivio Rabindra Bhavana e dal kala Bhavan Museum di Visva Bharati in collaborazione con la National Gallery of Modern Art di New Delhi col patrocinio del Ministero della Cultura Indiano.
Si intitola “The last harvest” ossia “L’ultimo raccolto” ed è stata organizzata dall’Archivio Rabindra Bhavana e dal kala Bhavan Museum di Visva Bharati in collaborazione con la National Gallery of Modern Art di New Delhi col patrocinio del Ministero della Cultura Indiano.
Si tratta di molti acquerelli, tutti senza titolo, che rimandano a persone, luoghi, colori, simboli, gesti molto indiani, anzi, molto bengalesi.
Tagore era un artista molto versatile, scrittore, poeta, saggista, musicista, premio Nobel per la letteratura nel 1913 ed apprezzato pittore.
La mostra, che ha girato nelle principali città del mondo, resterà a Roma fino al 27 maggio.
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