Tra il Lotus Temple di Delhi e il Kalkaji Temple ci sono circa 800 metri, ma la distanza tra i due è abissale.
L'enorme e suggestivo loto a 27 petali del Lotus Temple è inserito in un giardino curatissimo, tutto è pulito ed ordinato. Al suo interno, un unico ampio spazio con panche allineate, non c'è un'immagine, non un simbolo, non una candela. Niente. Un ambiente asettico e "imparziale" per questa religione inventata duecento anni fa, la religione Bahia'i, per cercare di unire le varie religioni in una religione universale.
Poco lontano, dopo una stradina con venditori di idoli e braccialetti, polveri e frutta, c'è il frequentatissimo Kalkaj Temple. Un tempio semplice, comune, dove la gente va a pregare, chiedere, ringraziare. Chi ci arriva a piedi, chi in ginocchio, altri facendo un passo e poi distendendosi per terra e così via.
Dentro si dona l'offerta e si ha il darshana, la visione del dio. Il brahmano segna la fronte di vermiglio, ti benedice con la coda di pavone. Ovunque ci sono immagini, simboli, segni, suoni.
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