Krishna |
Un giorno il dio Brahma volle mettere alla prova la divinità e la potenza di Krishna, ottavo avatara di Vishnu.
Il giovane dio era andato con i suoi amici a portare al pascolo i vitelli.
Arrivati sulle rive del fiume Yamuna i ragazzi si misero a giocare quando si accorsero che gli animali che avrebbero dovuto custodire erano scomparsi nella foresta. Krishna rassicurò i compagni e andò alla ricerca degli animali.
Le ricerche non portarono però a nulla, Krishna non riuscì a trovare gli animali, che erano stati rapiti da Brahma.
Tornato sulle rive dello Yamuna, Krishna rimase ancora più stupito, perché anche i suoi amici erano spariti, anch’essi erano stati rapiti dal dio Brahma.
Grazie alla sua divinità e ai suoi poteri, Krishna capì cosa era accaduto, Brahma lo stava mettendo alla prova.
Il giovane dio sapeva che Brahma avrebbe senz’altro riportato bambini e vitelli alle loro case, ma c’era un ‘ma’, e cioè che un solo attimo di Brahma corrisponde a una anno per gli uomini, e quindi, anche se lo scherzo del dio sarebbe stato certamente breve, per gli uomini sarebbe durato troppo.
Preoccupato quindi per l’ansia e il dolore che avrebbero colpito gli abitanti di Vrindavana, grazie ai propri poteri divini, Krishna si moltiplicò ed assunse sembianze, caratteristiche, aspetto, personalità di tutti i ragazzi e di tutti i vitelli scomparsi.
Essendo ormai sera, Krishna riportò i suoi amici e i vitelli nelle rispettive case e nessuno si accorse che quei ragazzi e quei vitelli non erano nient’altro che Krishna, in quanto in niente erano diversi dai ragazzi e dai vitelli che erano stati rapiti da Brahma.
Così quando dopo un attimo (divino) Brahma riportò i ragazzi e i vitelli a Vrindavana, era passato un anno (umano), ma nessuno si era accorto di niente.
Che delicato pensiero di Dio verso gli uomini, grazie
RispondiEliminaSi, in effetti e' un pensiero molto umano. A me piace molto anche il concetto della relatività del tempo.
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