Templi Indù di Khajuraho |
A Paithan, nello stato del Maharastra, viveva un saggio molto stimato di nome Eknaath. Un giorno si recò da lui un uomo insoddisfatto della propria vita che gli disse:
“Grande saggio Eknaat, la tua vita è così semplice e priva di peccati! Non ti arrabbi con nessuno, non litighi con nessuno, niente ti fa preoccupare, non odi nessuno. Sei calmo, paziente, amorevole, puro! Come fai? Insegnami il segreto.”
“Lascia perdere me – gli disse Eknaath – in realtà so qualcosa su di te. Tra sette giorni morirai.”
Chi non avrebbe creduto alle parole di Eknaath? Morire nel giro di sette giorni? Che disgrazia! L’uomo sconvolto si recò a casa, niente gli era più caro, di niente più si preoccupò. Si ammalò. Passarono sei giorni e non si riprendeva. Il settimo giorno giunse da lui in visita Eknaath che gli chiese:
“Come stai?”
“Tutto è finito – rispose l’uomo – sto morendo.”
Eknaath chiese ancora:
“In questi sei giorni, quanti peccati hai commesso, con quante persone ti sei adirato e quanti cattivi pensieri hai avuto o male azioni commesso?”
E l’uomo, che era ormai in attesa della morte, rispose:
“Saggio Eknaat, come potevo avere tempo di preoccuparmi di qualcosa? Come potevo commettere azioni cattive o avere pensieri peccaminosi? La morte è stata continuamente davanti ai miei occhi.”
Eknaath allora disse:
“Ora sai la ragione per cui la mia vita è assolutamente priva di peccato? Se la morte si trova sempre di fronte a noi, come possono sorgere pensieri cattivi, come possiamo desiderare qualcosa? Pensare continuamente alla morte è il modo di evitare i peccati. Se la morte lo guarda continuamente in faccia, con quale forza l’uomo può commettere peccato?”
Nessun commento:
Posta un commento