Fiume indiano (Tamil Nadu) |
Uno ad uno i dieci uomini si gettarono quindi nel fiume. Dopo molta fatica giunsero sull’altra sponda ed uno di loro contò per verificare se tutti e dieci si fossero salvati. Ma contò solo nove persone in quanto, ancora molto turbato dalla traversata, si dimenticò di contare se stesso.
Per verificare meglio anche un altro di loro contò i compagni e anche lui arrivò a nove, perché anche lui si dimenticò di contare se stesso.
Convinti di aver perso un proprio compagno gli uomini si disperarono finchè non passò da quel luogo uno sconosciuto che domandò loro perché si disperassero.
Gli raccontarono che avevano perso un compagno oltrepassando il fiume e per dargliene prova uno di loro contò nuovamente i compagni e disse, “vedi, eravamo dieci e ora siamo nove, abbiamo perso un nostro compagno!”
L’uomo capì subito l’errore e toccò il petto della persona che aveva contato gli altri compagni dicendole, “sei tu il decimo.”
E così fece con gli altri compagni, toccò il petto a ciascuno e gli ripetè, “sei tu il decimo.”
Allo stesso modo il discepolo va dal proprio guru dicendogli, “non riesco a trovare la verità, ho cercato nella mondo, nello studio, nella scienza, nella religione, l’ho cercata anche in cielo, ma non l’ho trovata.”
Il guru allora si avvicina al discepolo, gli tocca il petto e gli dice “tat tvam asi”, cioè “tu sei quello, tu sei la verità che vai cercando.”
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