Dovrei parlare del bel film Chaplin che ieri al Cinema Odeon di Firenze ha aperto l'11° edizione di River to River, il Florence Indian Film Festival, ma voglio prima soffermarmi sul saluto che l'Ambasciatore Indiano a Roma, Debabrata Saha, ha rivolto al Festival .
Ebbene, oltre ai saluti e ai ringraziamenti di rito, l'Ambasciatore Saha ha manifestato il proprio apprezzamento del fatto che quest'anno, oltre a pellicole provenienti dall'India, River to River ne presenta una che proviene dal Pakistan. Si tratta di Bol, di Shoaib Mansoor.
Credo sia interessante evidenziare questo riferimento nell'ottica dei tentativi che i due governi asiatici stanno facendo per cercare di normalizzare le relazioni diplomatiche tra due paesi che, dalla partizione ad oggi, sono state sempre molto turbolente.
Torniamo a Chaplin del regista Anindo Bandopadhyay.
Banshi, il bravissimo Rudranil Ghosh, è un attore di una compagnia di animatori di feste, compleanni e matrimoni. Fa Charlot e lo fa benissimo, ma questo non gli basta per garantire al figlio di otto anni Nimua un pasto decente e un tetto dignitoso. Il rapporto tra i due è di infinito affetto e complicità. Non esistono problemi, tutto si può trasformare con una risata, anche il pane inzuppato nell'acqua che diventa un montone ben speziato. Il bambino sogna sempre di diventare un giorno il protagonista di una di quelle feste in cui suo padre lavora e che lui può vedere solo dai vetri delle finestre.
Ma la fortuna sembra arridere a Chaplin che vince le selezioni per partecipare ad un reality show televisivo. Quando sembrano sparire i problemi economici, al piccolo Nimua viene diagnosticata una gravissima malattia.
Banshi, disperato per il destino segnato del figlio, fa di tutto perchè Nimua sia felice e gli organizza una festa di compleanno dove Chaplin reciterà solo per lui.
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