B.R. Ambedkar |
Ho appena finito di leggere "Annihilation of caste: The annotated critical edition" di Bhimrao Ramji Ambedkar con l'introduzione di Arundhati Roy dal titolo "Il dottore ed il santo" (Ed. Navayana - New Delhi).
Si tratta della prolusione che Ambedkar avrebbe dovuto pronunciare nel 1936 ad un convegno che poi venne annullato proprio per l'esplosività del contenuto del testo che aveva preventivamente inviato agli organizzatori.
Ambedkar (1891-1956) era avvocato, laureato negli Stati Uniti e nel Regno Unito in discipline giuridiche ed economiche, presidente della commissione che scrisse la costituzione dell'India indipendente. Ma era anche, o soprattutto, un Dalit, un fuori casta e per tutta la sua vita lottò contro l'istituzione delle caste in India giungendo alla convinzione che le caste erano indissolubilmente legate all'induismo e che per eliminarle era necessario abbandonare la fede hindu, cosa che lui fece convertendosi al buddhismo.
Nel testo, in modo razionale e consequenziale, Ambedkar sostiene proprio questo.
L'esistenza delle caste "ha ucciso lo spirito pubblico - dice Ambedkar - ha distrutto il senso della carità pubblica" e contesta l'opinione che le caste rappresentino una normale suddivisione del lavoro, non essendo basata su attitudini, ma sulla nascita e sul "dogma della predestinazione"
E la colpa di tutto questo dove si trova? Nell'induismo. "Ciò che è sbagliata è la nostra religione - scrive Ambedkar - che ha inculcato la nozione di casta e il reale rimedio è distruggere la fede nella santità dei shastra, i testi sacri dell'induismo" a cominciare dal Rig Veda, nel quale si dà conto della nascita delle caste, per finire con Manusmirti (il Codice di Manu) riguardo al quale Ambedkar dice "non esistono leggi più infami riguardo ai diritti sociali che le leggi di Manu".
La critica all'induismo continua nel testo fino a sostenersi che "la religione Hindu come contenuta nel Veda e nelle smirti, non è nient'altro che una massa di norme e regole sacrificali, sociali, politiche e sanitarie mescolate insieme, ciò che è chiamata religione hindu non è nient'altro che una moltitudine di comandi e proibizioni" e conclude "non ho esitazione a dire che tale religione deve essere distrutta".
Il testo non poteva essere accettato dagli organizzatori del convegno che cercarono di convincere Ambedkar a modificarlo ottenendo però solo un rifiuto. Il convegno venne allora annullato e Ambedkar pubblicò il testo a proprie spese.
La polemica che la pubblicazione suscitò fu ovviamente grandissima ed anche il Mahatma Gandhi vi intervenne nella rivista Harijan in difesa dell'induismo e dei suoi testi. Ma di questo parlerò in un prossimo post.
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