"Fa' quello che la tua coscienza ti dice e la tua forza ti permette di fare. Ciò che gli altri possono consigliare non è il nostro dharma. Il dharma di ognuno è ciò che un uomo crede di essere. Come può un altro uomo conoscere il nostro cuore? Dovremmo, quindi, pregare Dio per aiutarci a riconoscere il nostro percorso. Egli è l'unica vera guida."
Questo scriveva Gandhi il 10 agosto 1935 a Bhujangigal Chhaya in una lettera che, insieme ad un'altra, è stata battuta all'asta la scorsa settimana.
Il testo è molto significativo e in linea con i principi etici dell'induismo e, in particolare, col messaggio della Bhagavad Gita, testo amatissimo da Gandhi.
Si tratta del concetto di svadharma o dharma individuale. Nell'induismo non c'è una morale che vale per tutti, ma una morale che vale per quella data persona, in quel determinato contesto temporale e sociale. Ciò non significa relativismo etico nè significa che ognuno si sceglie la morale che più gli piace, significa invece la necessità per ciascuno di conoscere se stesso al fine di individuare il proprio dharma. Si tratta di un impegno personale fondamentale e - come scrive il Mahatma nella lettera - nessuno può aiutarci se non Dio.
Il testo delle lettere è in lingua Gujarati, la lingua di Gandhi, una è scritta a mano e l'altra scritta a macchina e firmata dal Mahatma. Le lettere sono state vendute rispettivamente per 1.500.000 rupie (circa 18.000 euro) e 900.000 rupie (circa 11.000 euro).
bello mi piace molto.
RispondiEliminaFranca
Grazie.
RispondiElimina