Kama insidia Shiva |
Il demone Taraka era diventato troppo potente e minacciava gli dei ed il loro potere, doveva essere eliminato, ma grazie ad una concessione di Brahma, Taraka poteva essere ucciso soltanto dal un figlio di Shiva.
Il grande dio però, dopo la morte della moglie Sati, era in perenne meditazione, doveva essere svegliato dal suo stato affinché si innamorasse di Parvati e con lei avesse quel figlio che avrebbe salvato gli dei.
Kama, il dio dell’amore, viene allora inviato a distogliere Shiva dalla meditazione. Appena Kama giunge sul suo pappagallo i fiori sbocciano, il clima si fa mite, l’aria è intrisa di profumo. Kama è infatti sempre accompagnato da Vasant e dalla sua sposa Rati (Desiderio o Lussuria), il Signore della primavera. Shiva resta in meditazione, Kama prende il suo arco fatto di canna di zucchero e con la corda, fatta di api, scocca una delle sue cinque frecce ciascuna delle quali al posto della punta ha un fiore.
Shiva si risveglia dalla sua meditazione ed apre il suo terzo occhio che incenerisce in un sol colpo Kama.
Rati, la sposa di Kama, disperata si cosparge il corpo con le ceneri del marito ed implora Shiva di farlo tornare in vita.
Il grande dio, commosso, promette a Rati che Kama rinascerà come Pradyumna, figlio di Krishna e Rukmini.
Kama è il dio dell’amore. Molti saggi sono stati distratti nelle loro meditazioni ed austerità da questo dio, spesso inviato da Indra proprio a distogliere gli umani che si avvicinavano troppo alla divinità.
Nasce da se stesso o è figlio di Dharma e di Shradda, in altre tradizioni è figlio della dea Lakshmi. Sul suo vessillo rosso è dipinto il pesce Kamara ed il sua vahana è un pappagallo.
E’ chiamato anche Smara (Ricordo), Dipaka (L’infiammatore), Manmatha (Colui che turba lo spirito), Ishma (il possessore di frecce), Mada (Ebbrezza), Shamantaka (Distruttore della pace).
Kama (काम), in sanscrito, significa amore, amare si dice kamayati (कामयति) e "io ti amo" si dice "tvam kamayami" (त्वां कामयामि).
Kama (काम), in sanscrito, significa amore, amare si dice kamayati (कामयति) e "io ti amo" si dice "tvam kamayami" (त्वां कामयामि).
Prima di essere il dio mitologico dell’amore, Kama è un importante concetto metafisico che compare già nei Veda. E’ il desiderio, il motivo per cui l’Uno indistinto si fece molteplice (cfr. post).
Il bellissimo inno del Rig Veda (X, 129) che narra dell’inizio dei tempi ci ricorda come Kama, cioè il desiderio, fu il germe originale della creazione e in tal senso è Aja, cioè Non nato, e Ananyaja cioè Nato da nessun altro o anche Atmabhu, l’esistente di per se stesso. L’Atharva Veda invece lo chiama ‘motore della creazione’ e ‘primo nato’.
Kama è anche uno dei quattro purusartha, gli scopi che ogni uomo deve perseguire durante la sua vita terrena che sono dharma, cioè la rettitudine morale, artha, cioè il benessere materiale, kama appunto, cioè la soddisfazione dei desideri ed infine moksha, cioè la liberazione dal samsara, il ciclo delle rinascite.
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